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ROMA – È agli ultrà del calcio che il ministro dell’Interno deve predere le impronte, non ai rom. Famiglia Cristiana torna polemicamente sulla decisione di prendere gli impronte ai minorenni nomadi, con un accostamento ai recenti episodi di violenza nel mondo del calcio nell’editoriale del direttore Beppe Del Colle e nel commento non firmato «Di questo calcio possiamo benissimo farne a meno».

IMPRONTE AI ROM – Del Colle cita gli interventi della Chiesa e del Papa sui «nuovi razzismi», emergenti in Europa a causa degli immigrati «in buona parte clandestini a cui non si sa fare fronte se non in termini di accentuata difesa della sicurezza dei suoi cittadini». Il direttore accusa tutti gli organi d’informazione nazionali, eccetto Avvenire e Osservatore Romano, di non aver nemmeno citato il recente congresso mondiale promosso in Germania dal Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti con tema La realtà religiosa della gioventù zingara e le relative sfide per la Chiesa. In un contesto, come quello attuale di «contraddizione fra la morale universale e la morale personale», come scritto da Ferdinando Camon sulla Stampa, conclude Del Colle, «la critica ai progetti dei governi è un’arma efficace per cercare le soluzioni più giuste e più umane. Magari nello spirito di quella “nuova generazione di politici cattolici” auspicata da Benedetto XVI».

ULTRÀ – Nel successivo articolo si prende spunto dagli incidenti causati dagli ultrà del Napoli nella prima domenica di campionato per constatare che «passano i ministri, cambiano i governi ma gli ultrà godono della stessa impunità. I tifosi sono tanti, e votano (non sono rom o extracomunitari!)». Quindi «il calcio non si tocca! È meglio blandirlo, coccolarlo, perdonarlo e… magari comprarlo», con un riferimento abbastanza chiaro al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, proprietario del Milan. Si chiede Famiglia Cristiana: «Può una società civile offrire al “dio calcio” morti, feriti, treni devastati e città messe a soqquadro? A maggior ragione con un governo che ha vinto le elezioni sulla sicurezza e fa della “tolleranza zero” la sua missione. Davvero strano che si sia fatto sorprendere dai gravi fatti di Napoli! Sarà perché troppo impegnato a censire e schedare rom o a respingere gli immigrati, additati come “il pericolo numero 1” del Paese?». Non «si può essere forti e arroganti con i deboli (rom e immigrati), e pavidi e impotenti con chi tiene in scacco lo Stato e detta le sue leggi in vaste zone del Sud (vedi camorra, ’ndrangheta e mafia)». Poi un invito al ministro dell’Interno Maroni: «Sarebbe meglio se censisse questi violenti e incivili ultrà, e prendesse loro le impronte digitali e arrivasse a sciogliere le tifoserie organizzate, anche se ciò può dispiacere ai padroni del “circo calcistico”, tra i quali si nascondono complici, favoreggiatori e pavidi», invece che «far apprire più sicure le nostre città con il censimento dei rom e i 3 mila soldati sparpagliati su tutto il territorio nazionale». Oltretutto, conclude Famiglia Cristiana, «costi e stipendi dei calciatori (anche mediocri) sono ormai “immorali”: un vero schiaffo alla povertà del Paese».