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È stato presentato oggi in conferenza stampa alla Camera l’appello in materia di politiche sulle droghe promosso da A Buon Diritto, Antigone, Associazione Luca Coscioni – CGIL, CILD (Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili), CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), Comunità di San Benedetto al Porto (Genova), Forum Droghe, FP CGIL, ITARDD (Rete italiana per la Riduzione del Danno), La Società della Ragione, LegacoopSociali, LILA, Possibile, Radicali Italiani.

Subito la delega sulle droghe e la conferenza nazionale

I promotori chiedono al governo di assumere finalmente un ruolo sul governo delle politiche sulle droghe nel nostro paese. Da anni non viene assegnata la delega in materia di dipendenze, mentre viene disatteso almeno dal 2009 l’obbligo di convocazione della conferenza nazionale prevista dalla legge. Nel testo si chiede anche, all’interno dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), di avviare un ripensamento dei servizi per le dipendenze coinvolgendo utenza e società civile puntando su riportare la riduzione del danno ad essere uno dei pilastri per gli interventi socio-sanitari in tema di droghe.

Impulso alla cannabis terapeutica

Sul versante della cannabis terapeutica si chiede invece di adeguare la produzione dello Stabilimento farmaceutico di Firenze alle reali esigenze dei malati del nostro paese, e di dare impulso alla prescrivibilità della cannabis utile, secondo la più recente letteratura scientifica, per la cura di un numero di patologie sempre più ampio.

Facilitare il dibattito su cannabi e riforma del testo unico sulle droghe

Per quel che riguarda il dibattito sulla cannabis le associazioni invitano il governo a facilitare il percorso di discussione parlamentare delle numerose proposte di legge sulla cannabis, a partire da quella dell’intergruppo per la cannabis legale e da quella di iniziativa popolare deposita a novembre scorso, ma anche di allargare lo sguardo verso una revisione generale del Testo Unico sugli stupefacenti che ormai risale a 27 anni fa.

Dar seguito agli impegni internazionali in materia di politiche sulle droghe

Infine i promotori chiedono a Governo e Parlamento di dare piena attuazione agli impegni assunti ad aprile scorso all’Assemblea generale dell’ONU sulle droghe (UNGASS), anche in vista della prossima sessione prevista per il 2019.

Ed ecco le prime dichiarazioni dei promotori dell’appello, a latere della conferenza stampa.

Forum Droghe: convocare la conferenza nazionale

Secondo Maria Stagnitta (Presidente di Forum Droghe) “La legge sulle droghe è vecchia di 27 anni e non è più adeguata ai tempi: i segnali sono numerosi non ultimi quelli che vengono dal sistema penale e delle sanzioni amministrative, ma anche dal sistema dei servizi pubblici e privati. Gli sforzi di questi anni delle Ong di proporre soluzioni e novità legislative è stato frustrato dalla totale sordità dei governi che si sono succeduti, dove in questi ultimi anni manca addirittura la delega politica. È il momento – conclude Stagnitta – di discutere le proposte di riforme della 309/90 e di convocare la conferenza nazionale, in caso contrario ci penseranno le associazioni.”

Antigone: cambio di paradigma sulle droghe

Patrizio Gonnella (Presidente CILD e Antigone) invoca una presa di coscienza dei decisori politici: “purtroppo la questione droghe è tornata in una pericolosa situazione di opacità e indifferenza istituzionale. Ci auspichiamo che in questo scorcio di legislatura emerga quel coraggio che finora è mancato utile ad un cambio di paradigma sulle droghe!”

LILA: dimenticati prevenzione e diritto alla Salute

Chiaro l’allarme lanciato da Massimo Oldrini (Presidente LILA) secondo il quale “si deve riportare sotto la giusta attenzione la questione dipendenze e diritto alla salute. Leggere nella relazione al parlamento che il 38,7% delle nuove diagnosi dell’anno 2014 ha meno di 200 CD4 (il recettore a cui si lega il virus HIV) al momento della scoperta e che il 27,3% ha fatto il test in presenza di sintomi HIV correlati restituisce come il tema salute sia disatteso ormai da troppi anni.”

Società della Ragione: legge droghe pesa sul sistema penale

Infine Stefano Anastasia (Presidente de la Società della Ragione) sottolinea il peso per tutto il sistema penale italiano dell’attuale legislazione: “Ogni anno con il libro bianco sulle droghe tastiamo con mano i numeri del fallimento della politica proibizionista sulle droghe. Un terzo dei detenuti è in carcere per (piccolo) spaccio, un peso per il sistema della giustizia e della detenzione divenuto sempre più insopportabile anche perché è sempre più evidente la sua inutilità. Per Anastasia è quindi “tempo di cambiare politica come ha coraggiosamente ribadito più volte anche la Direzione Nazionale Antimafia.”

LegacoopSociali: sulle droghe serve interlocutore politico

Per quanto riguarda il mondo della Cooperazione, secondo Alessandro Metz (LegacoopSociali) “sta diventando insostenibile la mancanza di un interlocutore, e la definizione della delega, all’interno del Governo. Il non riuscire ad avere, quanto previsto per legge, una Conferenza Nazionale in cui poter delineare i reali bisogni e le necessarie politiche anche innovative conseguenti, fa vivere chi opera, ma anche chi necessita di supporto e di cure, in una continua precarietà di risorse e di servizi. Tutto questo – conclude Metz – è inconcepibile e politicamente irresponsabile.

A Buon Diritto: legalizzare è la giusta via

Per Valentina Calderone, A Buon Diritto “legalizzare è la giusta via dopo le ampie conferme, prima tra tutte quella della Direzione Nazionale Antimafia, che il proibizionismo ha fallito. Legalizzare la cannabis significa maggior sicurezza, diminuzione della criminalità e introiti garantiti per le casse dello Stato. Non si capisce perché, allora, il Parlamento non metta da parte posizioni ideologiche e non si affretti a discutere in aula e approvare una legge che è, prima di tutto, una grande dimostrazione di responsabilità verso tutti i cittadini.

Associazione Luca Coscioni: chiediamo al governo un segno di volontà politica

Per Filomena Gallo, Segretaria Associazione Luca Coscioni “nessun governo di questa legislatura si è assunto la responsabilità di convocare la VI conferenza nazionale sulle droghe per fare il punto sulle avvenute modifiche legislative e per definire le priorità penali e socio-sanitarie in materia di sostanze e dipendenze. Il tempo per ottemperare a questo obbligo di legge c’è. Chiediamo al Governo un segno di chiara volontà politica.

Legalizziamo.it: l’Italia non ha dato seguito agli impegni internazionali

Secondo Marco Perduca, Coordinatore di Legalizziamo.it, “l’Italia non ha dato seguito agli impegni internazionali assunti alla Sessione dell’ONU sulle droghe dell’anno scorso. Quali saranno le ‘evidenze scientifiche anti-ideologiche’ annunciate come svolta politica proposta dal Ministro Orlando a New York nell’aprile scorso che verranno presentate dall’Italia alla prossima Commissione Droghe delle Nazioni Unite?

Radicali: fare pressione su Governo e Parlamento per legalizzazione cannabis

Antonella Soldo, Presidente di Radicali Italiani ha sostenuto che  “mentre negli USA cala il consumo di cannabis tra i giovani dopo la legalizzazione, in Italia la relazione sulle dipendenze, tenuta clandestina dal governo Renzi, conferma i danni delle politiche proibizioniste. Ecco perché la nostra quarantennale lotta va avanti. Oltre a sostenere questo appello, spediremo un seme di cannabis a chi prenderà la tessera del Radical Cannabis Club, la nuova campagna di Radicali Italiani per fare pressione su governo e parlamento, affinché si approvi una riforma antiproibizionista come quella che abbiamo proposto con la legge popolare sulla cannabis legale. Oggi piantare un seme è reato, l’obiettivo è che tra un anno non lo sia più. I nostri sono semi di libertà, che invieremo anche ai direttori delle testate giornalistiche, ai presidenti dei gruppi parlamentari e a personalità del mondo della politica e della cultura per tenere alta l’attenzione pubblica.” Infine per Michele Capano, Tesoriere di Radicali Italiani “solo la disponibilità dei consumatori di Cannabis a rivendicare in prima persona una legalizzazione che coniuga le esigenze di sicurezza con quelle di libertà dell’individuo consentirà di conquistare per L’Italia un diritto civile per cui i Radicali lottano da quarant’anni in solitudine.

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