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Per il dottor Tim Christie, responsabile dei servizi etici dell’Atlantic Health Sciences Corporation, che gestisce numerose strutture ospedaliere canadesi, il dibattito tra la riduzione del danno e l’aumento dei controlli di polizia si riduce a valutare gli obiettivi. Per Christie, le politiche della riduzione del danno hanno raggiunto quello che si erano prefisse, mentre questo non si puo’ dire per l’altro gruppo. Citando l’Insite come esempio, ha infatti sottolineato come sia stato raggiunto l’obiettivo di prevenire le overdosi e dunque i decessi, paragonando quello che succedeva nell’area di Vancouver prima dell’inizio di questo programma sperimentale. “Si sono verificati circa 600 casi di overdose, ma nessun decesso. Dall’altra parte, la politica che usa le forze dell’ordine ha fallito nel suo intento: voleva interrompere l’offerta delle droghe, ma il risultato non e’ stato raggiunto”, ha dichiarato il dottore.
La politica federale antidroghe pende dalla parte dell’inasprimento penale piuttosto che nei programmi alternativi.
Il rapporto dell’HIV/AIDS Policy Law Review del 2006 rivelo’ che circa tre quarti dei fondi pubblici sono spesi per le forze dell’ordine e sono il 3% nelle politiche di riduzione del danno.
Ma per Christie, i canadesi pagano il prezzo di questa politica. I costi sociali per un cocainomane sono di circa 45 mila dollari l’anno, costerebbe di meno se fosse aiutato a disintossicarsi. I costi per le cure di un malato di epatite C oscilla tra i 10 mila e i 30 mila dollari, mentre quelli per un sieropositivo sono di 240 mila dollari. “La disintossicazione e’ meno costosa e da’ migliori risultati”, ha concluso.