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(Il Manifesto, 28 dicembre 2007) “Il governo avrebbe fatto molto meglio a lasciar perdere i decreti d’urgenza e a discutere in parlamento in maniera civile le vere emergenze di questo paese. Che sono una nuova legge sull’immigrazione e la regolarizzazione di migliaia di persone”. Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci, boccia senza appello il nuovo decreto sulle espulsioni varato ieri dal consiglio dei ministri. “Errare è umano, perseverare è diabolico. E il governo persevera nell’errore riproponendo il decreto con metodo andreottiano, cambiando qualche virgola, in peggio”, spiega.
Lei contesta la necessità di presentare un decreto d’urgenza?
Tanta urgenza non ha alcun fondamento. L’opinione pubblica ha la percezione di una situazione difficile dal punto di vista della sicurezza. E va bene. Ma è una percezione, appunto, non corrisponde ai dati sulla criminalità. Che invece fotografano che non c’è stato nessun aumento della criminalità, neanche dei reati cosiddetti predatori, quelli che in generale fanno più paura.
Anzi, Amato ha annunciato una “significativa” diminuzione dei reati commessi nel 2006…
E non certo grazie al decreto di cui hanno tanto discusso. Ripeto, le nostre emergenze sono altre. Di questa materia si parla troppo e male. Anziché intervenire, si preferisce fare conferenze stampa. Che costano meno dei provvedimenti concreti e fomentano paure e insicurezze. Servono azioni di socializzazione e rassicurazione verso le categorie più vulnerabili. Ma per farle servirebbero risorse e idee. Invece nelle conferenze stampa si dice che gli italiani hanno ragione a sentirsi insicuri. E per farli sentire meglio, basta diminuire le garanzie ai poveri e agli immigrati.
Nel merito, cosa non condivide di questo nuovo decreto?
Primo: si rimette in discussione per l’ennesima volta il principio della libera circolazione delle persone a causa di una presunta invasione dei rumeni – nel decreto si parla di ‘paesi membri’ della comunità, ma si sa che si intende Romania. Tutti sanno che l’aumento di rumeni è dovuto al fatto che ce n’erano già molti in Italia, che ora sono semplicemente emersi, e che comunque sono indispensabili al mondo del lavoro. Ecco la vera urgenza: quella di far emergere il lavoro sommerso, le 150mila domande per il decreto flussi da parte di datori che chiamano gli stranieri. E rutti sanno che si tratta di gente che è già da sul nostro territorio. E sono solo una parte: ci sono anche quelli delle campagne del sud. che nessuno vuole regolarizzare.
Fra le garanzie si introduce la convalida dell’espulsione da parte del giudice ordinario…
Un passo avanti, va dato atto. D’altra parte però non c’era nessuna necessità di inserire la conferma del decreto Pisanu sulla lotta al terrorismo. Siccome scadeva, il governo lo ha aggiunto e allargato ai comunitari. A che serve? Già oggi, nelle indagini per terrorismo, ci sono tutti gli strumenti per arrestare le persone e tenerle in carcere. E comunque anche un presunto terrorista ha diritto a un giusto processo. Queste cose le abbiamo già contestate al governo Berlusconi.
Quanto ai centri di permanenza temporanea?
Spero che prevalga la ragionevolezza, che chi fa ricorso non venga trattenuto. E che i Cpt non si riempiano di comunitari. Lo stesso ministro Amato, alla fine della commissione De Mistura (per la verifica della funzionalità dei Cpt, ndr) ci aveva assicurato che l’idea che vi finissero i comunitari era da escludere. Che oggi ci sia un’ipotesi del genere è un passo indietro