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Forum Droghe esprime solidarietà alla Ministra Fabiana Dadone per gli attacchi scomposti che le sono giunti a seguito della sua delega alle politiche “antidroga”. Del resto, questi sono la cartina di tornasole del dibattito italiano sulle droghe. Sembra un disco rotto, lo stesso sin dagli anni ‘60: la droga, rigorosamente al singolare, che è il “male assoluto”.

Sono polemiche che svelano l’ipocrisia di chi ha solo fatto danni in termini di politiche sulle droghe. Si pensi al boicottaggio della Riduzione del Danno, senza la quale in Italia oggi avremmo migliaia di morti per droghe ogni anno, oppure alla legge Fini-Giovanardi voluta dalla destra con un colpo di mano incostituzionale. Ricordiamolo: in pochi anni, riempendo le carceri di piccoli spacciatori e consumatori, quella legge ha determinato il sovraffollamento carcerario ed ha procurato all’Italia una condanna dalla CEDU; parificando le pene ha unito due mercati che prima viaggiavano paralleli ed ha concentrato le forze dell’ordine nella repressione della cannabis (+36% di operazioni fra 2005 e 2013), criminalizzando i giovani. Nulla è cambiato nelle nostre strade e nelle nostre piazze: semplicemente la grande criminalità organizzata ha rinforzato il suo controllo sul mercato degli stupefacenti, rendendo sempre più rischiosa e pericolosa ogni forma di consumo.

Gli attacchi dei vari Meloni, Gasparri e Salvini sono anche l’espressione, puramente ideologica, di chi ha il vivo terrore di confrontarsi con i fatti e le evidenze scientifiche. Fatti che dimostrano che 60 anni di proibizionismo non hanno in alcun modo intaccato il mercato delle droghe illecite, che invece è fiorito in mano alle narcomafie. Nuove sostanze psicoattive continuano ad essere immesse nelle nostre strade, senza alcun controllo o regolazione legale che ne conterrebbero i rischi e i danni, promuovendo comportamenti consapevoli e più sicuri. Non solo sono politiche sbagliate che mettono a rischio la vita delle persone, violano i diritti umani, producono instabilità geopolitica e distruggono l’ambiente: sono, anche, semplicemente inefficaci.

Oggi in Italia il 36% dei detenuti è in carcere per droga (contro la media europea del 18%) e il 28% dei presenti è “tossicodipendente”. Le modalità d’uso e le stesse tipologie di sostanze sono molto cambiate rispetto agli anni ’80. Più che mai è necessario un ampio confronto pubblico al fine di una svolta politica e legislativa sulle droghe. Il cambiamento è possibile, come Uruguay, Canada, 17 stati USA, e non ultime Portogallo e Norvegia, dimostrano. Nessun disastro è seguito ai processi di depenalizzazione, decriminalizzazione e regolamentazione legale. Anzi: si sono protette maggiormente le giovani generazioni, si sono diminuiti i rischi di chi usa sostanze, sono migliorate la salute, la sicurezza pubblica e anche i bilanci statali. Come del resto avviene con l’uso dell’alcol, che è parte della nostra cultura e sottoposto a regolazione legale nel nostro Paese.

Per quanto ci riguarda giudicheremo l’operato della Ministra Dadone dai fatti, a partire dal suo impegno a convocare la Conferenza Nazionale sulle droghe, che manca dal 2009, per il quale la ringraziamo.