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ALLE ORIGINI DELLA PROIBIZIONE
L’idea della proibizione globale dell’oppio nasce a fine ’800, dopo lo scandalo delle guerre con cui l’Inghilterra, in pratica, impone alla Cina il libero commercio della droga. La rapida diffusione dell’oppio anche fra i cinesi poveri, quelli che devono scegliere fra mangiare e fumare, e che spesso scelgono il fumo riducendosi a scheletri viventi, impressiona soprattutto i missionari cristiani, che lanciano l’allarme. Il mondo comincia a domandarsi se una simile situazione, in cui si fanno soldi sulla pelle altrui, sia accettabile. E leader del movimento anti-oppio diventano subito gli Stati Uniti, al cui interno già si combatte la lotta contro l’alcool.
In pochi anni, quasi tutti i paesi sono coinvolti. Il proibizionismo mondiale è impostato nelle Conferenze di Shanghai e dell’Aja (1909 e 1912), ed è subito realizzato in Usa (1914). Esso riguarda l’oppio e i suoi derivati morfina ed eroina, a cui in ultimo si aggiunge la cocaina: quattro sostanze in tutto. L’impegno comune è di controllare produzione e commercio, permettendo solo gli usi medici.
Idea brillante, problema risolto. Tanto che alla Conferenza di Ginevra (1924) il capo della delegazione Usa è molto ottimista: tutto l’oppio necessario per fini leciti può essere prodotto in pochi paesi, su una superficie totale di 2000-2400 ettari, il che renderà «il controllo della produzione (…) praticabile e relativamente facile da realizzare». Tutto qua: l’uovo di Colombo.
Certo è difficile immedesimarsi in queste vicende e vederle con gli occhi di allora. Ma io mi sono convinto che i governi abbiano preso questa strada in buona fede. Disinformati e, purtroppo, accecati dalle illusioni, ma pieni di buona volontà e sinceramente convinti di fare il bene.
Oggi, vista con il senno di poi, la sottovalutazione delle forze in gioco e la sopravalutazione della capacità di pochi di imporre la propria brillante soluzione ai molti è davvero incredibile. Ancora più incredibile però, è il fatto che da allora, e nonostante disastri di ogni tipo e fantastiliardi di dollari buttati al vento, nessun governo sia mai stato disposto a riconoscere l’errore di quella che, secondo me, è stata e resta la più colossale follia, il più gigantesco autoinganno di tutta la storia umana. E che anzi si sia fatto di tutto per complicare le cose, visto che le sostanze “proibite” sono oggi centinaia.
“Perseverare diabolicum”, non si dice così?
a cura di Claudio Cappuccino