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Il progetto “Drugs Book” nasce per rispondere alla necessità di veicolare nuovo materiale informativo per la prevenzione all’HIV fra le giovani generazioni, in special modo per quella fascia di popolazione che, lungo i propri itinerari legati al “loisir”, viene in contatto con sostanze stupefacenti.

Sebbene il legame fra consumo di sostanze stupefacenti di nuova generazione (MDMA, Popper, anfetamine, speed, etc.) e contagio HIV non sia diretto, è anche vero che nei luoghi dell’aggregazione notturna (in alcuni casi anche diurna) le cosiddette “nuove droghe” sono conosciute come “droga dell’amore”, “pillola del sesso”, etc.

Ciò che caratterizza queste sostanze è la loro azione farmacologica definita come entactogena (che “tocca dentro”) e empatogena (che genera empatia), un’azione cioè che facilita le relazioni, anche sessuali. Se consideriamo che ci troviamo in un momento storico che vede, da un lato, il rapporto sessuale come la principale via di trasmissione del virus HIV (come peraltro suggerito dai dati relativi alla trasmissione dell’HIV per contatto eterosessuale) e che registra, dall’altro, un alto consumo di “nuove droghe” sintetiche, abbiamo ritenuto necessario veicolare, congiuntamente, tutte le informazioni utili a evitare rischi inutili per coloro che utilizzano queste sostanze.

Del resto, il bisogno di informazione e approfondimento che ha trovato espressione nell’attuazione del progetto “Drugs Book”, si evince anche dalle numerose testimonianze raccolte fra gli stessi giovani. Ciò è dovuto, da un lato, all’estrema complessità del fenomeno, e, dall’altro, alla sua diffusione fra la fascia giovanile 15-34enni. Proprio il successo di queste sostanze fa ritenere di trovarsi di fronte a un fenomeno che coinvolge tutti: i consumatori/trici e coloro che sono direttamente in relazione con loro.

La complessità si riflette sia sulla “qualità” dei prodotti, sia sulla modalità di assunzione. La natura stessa del fenomeno “Ecstasy” è infatti mutevole e controversa. Le sostanze MDMA derivate si prestano particolarmente a essere modificate, o mescolate con altre sostanze, allo scopo di ottenere diversi effetti. Il peso, il colore ed eventualmente il simbolo riportato sulla pasticca, non sono di nessuna garanzia per chi consuma, poiché i dosaggi e le combinazioni continuano a mutare.

Recentemente, inoltre, si sono registrati casi di assunzione per via endovenosa; quanto questa via di assunzione possa essere rischiosa per gli assuntori, è ormai sapere condiviso da tutti gli operatori del settore e da tutti i consumatori di sostanze della “vecchia guardia”. Purtroppo tutte le campagne di sensibilizzazione rispetto alla pratica di “buco pulito” sono sempre state indirizzate verso una sola tipologia di assuntori, i tossicodipendenti da eroina. Dimenticando che il fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti è vasto e variegato.

L’elaborazione e la produzione del materiale informativo sono state effettuate dalla LILA Nazionale, attraverso il lavoro di un gruppo di esperti così composto: Stefano Volpicelli, sociologo, coordinatore del progetto; Paolo La Marca, esperto di riduzione del danno della LILA Nazionale; Bruno Vegro, presidente LILA Como, ha partecipato in qualità di esperto alle recenti campagne del ministero degli Affari Sociali “Fatti furbo, non farti male” e “No XS”; Gianluca Santarelli, esperto in nuove droghe della LILA Rimini e consulente per le piattaforme informatiche e grafiche; Lucio Gamberini, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia di Padova, esperto del Laboratorio anti-proibizionista del centro sociale Livello 57 di Bologna.

Per la definizione dei contenuti, oltre alla letteratura scientifica e alle esperienze dei singoli, sono stati visionati materiali informativi sul medesimo tema prodotti in Italia, Francia e Inghilterra.

In considerazione del materiale esistente, abbiamo calibrato il nostro messaggio sottolineando il rischio di infezioni (HIV in primis) legate ai rapporti sessuali non protetti.

Per questo motivo l’opuscolo “Drugs Book” si apre con le informazioni relative alla sessualità e al rischio di contagio HIV, per poi proseguire quelle sulle sostanze più utilizzate in questo periodo. Lo spazio dedicato alle diverse sostanze stupefacenti risulta direttamente proporzionale alla loro “popolarità”; così, se agli MDMA derivati sono state dedicate due pagine, poche righe sono state dedicate al Popper o alla Ketamina.

Per concludere, qualche parola sulla metodologia utilizzata per la produzione dell’opuscolo.

Il gruppo di esperti, dopo aver preparato una prima bozza dell’opuscolo, ha organizzato e condotto due incontri a carattere seminariale, destinati agli operatori sociali che si occupano del consumo di sostanze stupefacenti. Tali incontri hanno avuto la finalità di correggere (accogliendo i suggerimenti) e quindi “validare” i testi.

Nell’incontro di Rimini (10 luglio 1998) è stato esaminato e ampliato il “cosa dire”; che tipo e quali informazioni era necessario inserire e quali no, per fare di “Drugs Book” una “guida per i ravers” di facile e pratica consultazione.

Nell’incontro di Roma (24 luglio 1998) l’attenzione è stata focalizzata sul “come dirlo”; in che modo presentare le informazioni del volantino, privilegiando la chiarezza di esposizione (cognitiva e lessicale) e l’impronta di riduzione del danno (consumo consapevole).

* Sociologo, LILA Nazionale