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Un anno è passato dalla nascita di questo governo ma, in contraddizione con gli impegni presi nel programma e nelle dichiarazioni della vigilia elettorale, nulla si è ancora realmente mosso verso l’annullamento della legge Fini Giovanardi e, segnale ancor più grave, nessun impegno concreto è arrivato nemmeno sul fronte degli investimenti verso nuove ipotesi progettuali e di sviluppo del sistema.

La preoccupazione di tutti gli operatori e delle organizzazioni del sistema di intervento è forte di fronte all’assoluta mancanza di un segnale certo e definitivo verso un cambiamento delle politiche, a fronte di fenomeni in rapida trasformazione. Esistono poi alcuni ulteriori segnali a dimostrazione di una evidente fatica dell’attuale compagine governativa ad intraprendere una chiara strada di sviluppo di diverse politiche sulle droghe, rispetto a ciò che il vecchio governo ci ha lasciato in eredità. In assenza di nuovi investimenti e di segnali in direzione del ripristino del fondo nazionale per la lotta alla droga, procedono invece sui territori i progetti varati a suo tempo dal vecchio governo. Ne citiamo alcuni: le “sperimentazioni” in un centinaio di istituti di centri di prevenzione nel doposcuola, promossi da San Patrignano, in collaborazione con una rete di associazioni contigue (speriamo di poter avere presto i risultati di tale sperimentazione!); un progetto di prevenzione rivolto agli adulti, proposto e messo a bando dal vecchio Dipartimento antidroga e assegnato in questi giorni dal ministero dell’Istruzione per un importo di circa 4 milioni di euro, che sarà gestito da tre organizzazioni di area cattolica (non era possibile una riflessione e una revisione sugli investimenti oppure le linee sulla prevenzione dei due governi sono le stesse?); i progetti assegnati direttamente senza bandi dal precedente governo vanno avanti, mentre si ignorano i risultati raggiunti dalle ultime due campagne nazionali di comunicazione assegnate e vinte entrambe da reti facenti riferimento a San Patrignano.

I dati citati suscitano domande che richiedono risposte certe in tempi brevi dal governo, non solo sulla revisione della legge ma anche su una seria verifica, a tutt’oggi assente, delle sperimentazioni finanziate. Lanciamo quindi un appello forte perché da subito arrivino segnali chiari di attenzione, anche attraverso investimenti certi, ad un sistema di interventi che sia qualitativamente che quantitativamente è in difficoltà a fronte di domande sempre più difficili.