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Personalità di diversa ispirazione hanno promosso l’Appello per la manifestazione del 20 ottobre su contenuti in gran parte condivisibili. Purtroppo l’iniziativa si è inserita in un pessimo clima di scontro tra i partiti assumendo il segno di spartiacque tra sostenitori e affossatori dell’accordo sulle pensioni e sul cambiamento della legge 30. Così invece di caratterizzarsi per una iniziativa dal basso per manifestare al Governo disagio e delusione e per spingere a una rinnovata azione riformatrice su diritti, ambiente, lavoro è entrata nel tritacarne del conflitto tra sinistra radicale e forze moderate.
Bene hanno fatto Forum Droghe, Antigone e la Comunità di San Benedetto a chiarire che “le droghe sono una questione assai concreta e emblematica”. Le scelte legislative, politiche e amministrative toccano in Italia milioni di persone e non una sparuta minoranza. Non si tratta di una questione settoriale ma di un tema che costituisce un discrimine per il rispetto delle differenze negli stili di vita evitando la criminalizzazione e la patologizzazione di comportamenti individuali. Il Governo Prodi non ha fatto nulla per rispettare anche su questo tema il programma dell’Unione e si sta avvitando in un ennesimo pacchetto sicurezza fondato sulla tolleranza zero.
Per questo sono stati esplicitati cinque punti chiari e forti per misurare la coerenza in primo luogo delle forze che aderiscono all’appello.

  1. Immediata riforma legislativa nel segno della piena depenalizzazione del consumo individuale e l’abro-gazione della legge Fini-Giovanardi.
  2. Assunzione di responsabilità a livello internazionale per la critica aperta alla fallimentare war on drugs promossa dall’Onu.
  3. Chiara rielaborazione di linee guida nazionali per la promozione della salute dei consumatori.
  4. Scelte nette in materia di ricerca e per la sperimentazione di interventi di riduzione del danno.
  5. Sostegno e potenziamento al sistema dei servizi pubblici e del privato sociale accreditato con scelte trasparenti di un welfare di qualità a partire dalla legge finanziaria.
    Insomma un impegno forte e un patto politico che contrasti la deriva di scelte di segno autoritario lontane dalle aspettative di chi ha votato questa maggioranza. Non possiamo tollerare oltre lo scandalo che in Parlamento si continui a non discutere le proposte di riforma delle leggi sulle droghe. Il 19 settembre su sollecitazione della deputata della Rosa nel pugno, Donatella Poretti, il ministro Ferrero ha auspicato che il disegno di legge da lui predisposto venga il più rapidamente possibile discusso e varato dal Consiglio dei Ministri, in modo che il Governo abbia una posizione chiara. Per noi la data limite è il 20 ottobre altrimenti si alimenterebbe solo un alibi per non discutere la proposta Boato elaborata in questi anni dal movimento.
    Oltretutto le provocazioni si susseguono. Letizia Moratti in un convegno a Milano ha tuonato contro la politica di riduzione del danno. Di fronte a questo scempio ci sono organizzazioni come Federserd che si diletta a Sorrento organizzando convegni (pseudo scientifici) con il supporto del Nida, l’agenzia sulle droghe (sedicente scientifica) del governo americano! La capacità di adattamento per tanti è senza fine. Per noi Parigi non val bene una messa.