Tempo di lettura: 3 minuti

Nelle sperimentazioni con eroina condotte in Olanda, distribuite tra sei città diverse, è stata somministrata eroina – da fumare o per via iniettiva – per un lasso di tempo di sei o di dodici mesi a persone che ne facevano uso regolarmente.

Questi consumatori, selezionati dai ricercatori in modo da includere i “casi peggiori”, avevano alle spalle un consumo di eroina molto prolungato nel tempo. In media, quando la sperimentazione è cominciata consumavano eroina da 16 anni! Di questi, una larga parte aveva bisogno di commettere reati per procurarsi il denaro sufficiente a vivere conformemente alla propria scelta.

A prescindere dalla modalità di assunzione dell’eroina (per via iniettiva o fumandola da un foglio di alluminio), la dose media giornaliera che essi hanno preferito è stata di circa 550 mg, su una dose massima consentita di 1000 mg al giorno.

In media si recavano al centro di distribuzione dell’eroina due volte al giorno, probabilmente lo stesso comportamento tenuto originariamente nei confronti dei loro fornitori per acquistarla. Solo che quando ancora compravano l’eroina spendevano una media di 900 Euro al mese, mentre l’eroina proveniente dal centro di distribuzione era gratuita.

Su queste sperimentazioni si possono formulare molte domande. Perché, ad esempio, veniva improvvisamente definita una “medicina” l’eroina, lungamente usata da queste persone, mentre per tutta la loro carriera di consumatori essa era stata definita una “sostanza pericolosa” per il cui uso potevano essere vessati, arrestati e marginalizzati da tutti (non ultime, dalle istituzioni finalizzate al “trattamento”)?

E perché mettere in relazione i risultati positivi delle sperimentazioni con la sostanza eroina, e non con l’accettazione ufficiale del loro stile di vita/ della loro preferenza sulle sostanze, di cui queste persone hanno goduto durante la sperimentazione? O con un accresciuto livello di accesso all’assistenza sanitaria e sociale, poiché era molto importante che la partecipazione alle sperimentazioni da parte dei soggetti coinvolti non si interrompesse? O con il fatto che restassero loro molti più soldi da spendere per le scarpe o la pasta? Non facciamo troppe domande in questo momento.

Ai fini del mio obiettivo, e dal mio punto di vista sulla politica sulle droghe, in Olanda si è verificato qualcosa di importante. Potrebbe essere dimostrato che il contesto sociale o medico in cui una sostanza viene distribuita e consumata gioca un ruolo fenomenale negli effetti che questa sostanza ha sul consumatore e sulla sua situazione sociale.

La nostra tesi, che lo status illegale dell’eroina e di altre droghe determini il loro livello di “pericolosità”, è pienamente dimostrata dagli esiti delle sperimentazioni condotte in Svizzera e ora in Olanda. Naturalmente lo sapevamo. Quando la Gran Bretagna ha interrotto il sistema di eroina a mantenimento nella metà degli anni ‘60, il consumo di eroina e la situazione della distribuzione nel Regno Unito si sono deteriorati rapidamente, raggiungendo i livelli di malattia, overdose, criminalità e marginalizzazione cui avevamo precedentemente assistito negli Usa.

L’uso di eroina e i suoi effetti sociali sono, nella nostra società, parte di un sistema culturale profondamente basato sul mito e sul pregiudizio, che trasforma i moderni consumatori di eroina in diavoli, eretici o streghe: il ruolo medievale che più vi piace. Inoltre, la scelta di dedicare la propria vita alla possibilità di fare uso di una sostanza oppiacea, su base quasi quotidiana, significa che i consumatori di oppio sono in qualche modo speciali, a differenza di noi altri. Essi sono speciali nello stesso senso in cui sono speciali gli omosessuali in una cultura di eterosessualità dominante. Oppure, sono speciali nel senso in cui lo sono i cattolici in una cultura musulmana dominante. Il nostro livello di civiltà può essere misurato in base alla qualità del servizio che offriamo a persone che operano scelte, in termini di stile di vita o di religione, che non ci danneggiano, ma che sono “strane” o devianti.

Finché abbiamo leggi che rendono cittadini di seconda classe i nostri omosessuali, i nostri consumatori di eroina, o i nostri cattolici, o leggi che negano loro piena cittadinanza, noi non determiniamo solo delle ingiustizie che attengono a diritti fondamentali, ma anche forme di politica sociale estremamente distruttive.

Le sperimentazioni con eroina nei Paesi Bassi sono piccoli passi che ci allontanano da questo tipo di distruzione sociale, e qualunque sia la lingua in cui i “risultati” vengono descritti, questi significano un progresso verso il superamento della giungla della politica sulle droghe in cui viviamo.