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Patrizia Moretti ha in mano un fiore giallo. “Era il colore preferito di Federico”. In quell’angolo di via Ippodromo dove due anni prima perse la vita suo figlio, Federico Aldrovandi, si sono radunate ieri alle 15.30 circa 150 persone. chi ha in mano un fiore e lo depone sotto la lapide che ricorda la tragedia, chi appende striscioni “per non dimenticare”. Chi infine, come la sezione romana dell’Associazione Verità per Aldro dei sempre presenti Mauro Giorgio e Rolando, arriva con gigantografie che ritraggono la terribile immagine del volto del 18enne sfigurato sul lettino della morgue.

È la celebrazione del secondo anniversario della morte del 18enne, deceduto durante una colluttazione con quattro agenti di polizia ora imputati di omicidio colposo. La prima udienza del processo è fissata per il 19 ottobre. Un processo per “chiedere verità e giustizia” è quello che la famiglia ha sempre chiesto in tutto questo tempo.

“Abbiamo fatto un grosso passo in avanti rispetto a un anno fa – afferma la madre, Patrizia Moretti -. Noi abbiamo sempre creduto di poter arrivare a un processo. Ora il giudice dovrà decidere, ma è così palese quello che è successo… L’unica difficoltà consiste nelle prime lacunose indagini. Sappiamo che in quel periodo molti elementi di prova sono stati sottratti, dai brogliacci della questura, ai manganelli usati dagli agenti, dall’auto della pattuglia danneggiata”.

Anche Lino, suo marito, ha tanta voglia di togliersi qualche sassolino – macigni – dalle scarpe: “Amo Ferrara, ma in questa città ci sono stati troppi silenzi. Quei silenzi il 19 ottobre prenderanno voce. E quella voce strozzata e soffocata che chiedeva aiuto quella mattina finalmente verrà ascoltata. Non si può morire nell’indifferenza come è morto Federico”. Intanto però “non bisogna dimenticare – aggiunge l’avvocato degli Aldrovandi Fabio Anselmo -. Soprattutto quello che è successo da quel 25 settembre in poi. Il 19 ottobre per ora rappresenta l’inizio del processo, incardinato sul materiale raccolto dal pm Proto sulle ceneri dei primi sei mesi dell’inchiesta”.

Presenti anche politici ferraresi. A cominciare dal neo assessore alla Cultura Massimo Maisto, oltre a Leonardo Fiorentini, Elisa Corridoni, Luigi Catani, Irene Bregola, Fernando Rossi e Monia Benini.

Arriva anche il primo cittadino. Sono le 16 e a brave la famiglia Aldrovandi è attesa a un appuntamento ancora più importante, in municipio, con Fausto Bertinotti. Fino a un anno fa in pochi consideravano la necessità di un processo – dice Gaetano Sateriale -, le indagini procedevano lentamente e si aveva la sensazione che fin dall’inizio la tragedia si potesse dileguare con il tempo. C’erano domande che non solo la famiglia ma tutti i cittadini si ponevano. Servivano indagini più incisive e una svolta in questo senso si è avuta. Rispettiamo sempre il principio di presunzione di innocenza, però il fatto che ci possa essere un dibattimento che chiarisca la vicenda è un buon risultato”.

Poi lo scalone di palazzo ducale e mezz’ora di incontro con il presidente della Camera, in città per l’inaugurazione della mostra di Palazzo Diamanti su “Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este”.

si tratta del secondo incontro con la terza carica dello Stato. Dopo il luglio di un anno fa, oggi Bertinotti dice che “questa famiglia porta con sé una dignità che non può che muovere a un atteggiamento di solidarietà. Il processo indica finalmente la possibilità che su un caso così controverso la magistratura possa portare a verità e giustizia. In fondo è quello che, pur nella sofferenza e nel dolore, ma con composta serenità, chiede la famiglia per un figlio e, penso, per un’intera generazione che vuole avere ancora fiducia nelle istituzioni”.

“Ha detto che la nostra esigenza di giustizia corrisponde a un esigenza di tutta la società ed è utile allo stesso corpo della polizia – è la voce di Patrizia Moretti dopo l’incontro -, che beneficerà dalla giustizia che emergerà su Federico”.

il ricordo di Federico è proseguito poi con un concerto nell’ex centro sociale Officina ex Amga, in viale Alfonso I d’Este. A partire dalle 17 si sono avvicendati sul palco Guido Foddis, Le luci della centrale elettrica, Giorgio Canali e i C.O.Ska. Prima della chiusura con il dj set Patrizia Moretti ha parlato di nuovo ai presenti, ringraziandoli per essere lì. “È stato un momento più personale, rispetto all’ufficialità della prima parte della giornata – spiega -, ci siamo uniti nel ricordo di Federico. Gli sarebbe piaciuto essere qui”.

Poi, dopo l’incontro con Bertinotti e Sateriale, la madre pensa al 19 ottobre, quando a Ferrara arriverà il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il taglio del nastro di Ermitage Italia. “Il presidente della Camera mi ha detto di scrivergli – confida – e che, conoscendolo, sicuramente risponderà. Il sindaco si è anche offerto di fargli avere la lettera. entrambi mi hanno detto che sarà molto difficile un incontro; proprio nel girono del processo potrebbe creare notevole imbarazzo istituzionale. penso però che anche se non riusciremo a vederlo, sono contenta che venga qui, in questa città”.