Tempo di lettura: < 1 minuto

Arriverà Amnesty Internazional per approfondire il caso Aldrovandi. Lunedì pomeriggio, alle 15, due dirigenti dell’associazione che difende i diritti umani giungeranno a Ferrara direttamente da Londra, insieme a un rappresentante di Amnesty Italia che li raggiungerà da Roma. Luogo d’incontro la casa di Patrizia Moretti. “Ero stata contattata già un anno e mezzo fa – spiega la madre di Federico Aldrovandi, il 18enne morto due anni fa durante una colluttazione con quattro agenti di polizia -. Ora verranno per preparare un fascicolo su quanto accaduto a mio figlio”.

L’annuncio arriva proprio all’indomani delle ultime notizie sull’inchiesta bis, quella che viaggia parallelamente al filone principale che vede invece i 4 agenti imputati per omicidio colposo.

Mentre la prima udienza del processo a loro carico si terrà il 19 ottobre, l’inchiesta bis aperta in procura cerca di verificare le incongruenze venute a galla successivamente alla prima fase delle indagini.

Quando si scoprirono manomissioni nei brogliacci della questura con relativi orari corretti a mano, oltre alla mancata trasmissione alla procura di alcuni atti e al rinvenimento nel congelatore della scientifica di sette tamponi contenenti sostanza ematica, rinvenuti sul manto stradale durante il sopralluogo in via Ippodromo.

Tutte incongruenze per le quali tre poliziotti sono stati invitati nei giorni scorsi a comparire con il proprio legale per rendere interrogatorio in procura.

Si tratta dell’ispettore di polizia giudiziaria Marco Pirani, del dirigente dell’Upg di allora Paolo Marino e dell’assistente capo Marcello Bulgarelli. Le ipotesi di reato oscillano tra il falso, all’omissione e alla mancata trasmissione di atti d’ufficio.

Su quanto riferito dai tre indagati nulla è trapelato dagli uffici di via Mentessi e il più stretto riserbo vige anche tra i rispettivi legali. Per ora anche la famiglia Aldrovandi, costituitasi persona offesa, rimane alla finestra attendendo gli ulteriori sviluppi della vicenda.