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Di fronte al disorientamento, alle polemiche, agli umori a volte apertamente razzisti che attraversano il nostro paese riguardo ai molteplici aspetti della convivenza fra cittadini italiani e stranieri, esiste uno strumento istituzionale che permetta di progettare, con una logica non di breve termine, un futuro possibile per la nostra società? La scuola italiana, pur con tutti i suoi problemi, può offrire soluzioni efficaci? La risposta può essere positiva, se si analizza la funzione storica di inclusione caratteristica della scuola italiana. A questa tradizione si ispirano diverse esperienze, fra cui quelle delle scuole Louis Massignon per l’insegnamento della lingua italiana agli stranieri adulti della Comunità di Sant’Egidio: finestre sulla vita e sul mondo di quartieri come piazza Vittorio, Centocelle, Ostia, nella periferia profonda di Roma, dove accanto alle dinamiche di conflitto, operano realtà vivaci di inclusione e di lotta per la conquista della dignità del quotidiano vivere in Italia.
La scuola di Ostia nasce nel gennaio 2006. Al momento ha circa 600 iscritti; nel giugno 2006 hanno conseguito il diploma 49 persone su 120 iscritti (40 per cento), nel giugno 2007, 75 su 226 iscritti (34 per cento). Nel giugno 2008, 60 persone di Ostia hanno conseguito il certificato Celi dell’Università per Stranieri di Perugia.
Ostia è un municipio di Roma con oltre 220.000 abitanti – le dimensioni di una media città italiana – sottoposto a una trasformazione accelerata. Anche se permangono situazioni diffuse di povertà, Ostia non è più un quartiere popolare come trent’anni fa: la riqualificazione della sua attrattiva turistica principale, il mare, ha rinnovato in profondità le sue «chance» economiche.
La tradizionale vocazione turistica si accompagna da sempre alla consuetudine, propria delle città marine, di essere punto di approdo di etnie diverse. Fra gli immigrati – oltre 15 mila, quasi il 7 per cento della popolazione – gli uomini trovano impiego nell’edilizia, le donne spesso come colf e badanti. Se si analizza la presenza straniera nel municipio, le comunità più numerose risultano proprio quelle romene, polacche e egiziane (53,06 per cento della presenza straniera complessiva nel municipio XIII, secondo i dati del 2006) e africane (17,38 per cento), mentre la minoranza asiatica resta forte soprattutto a Acilia e dintorni(18,95 per cento).
La scuola Louis Massignon gode di un nucleo solido e fedele di studenti che, sin dai suoi primi passi, continua a vivere con trasporto la possibilità di studiare l’italiano e partecipare alle attività della Comunità di Sant’Egidio e di Genti di Pace.
Le difficoltà non mancano, a Ostia forse più che in altre zone gli episodi di violenza fanno sentire il loro peso; in certi periodi, come quelli successivi all’omicidio di Giovanna Reggiani, tutto il carico dell’insofferenza quotidiana si è riversato sui romeni. A decine ci hanno raccontato degli sguardi cattivi, delle scenate sugli autobus e nelle strade, dei licenziamenti sul lavoro, della diffidenza improvvisa di tanti. A testimoniare la durezza della vita, basti citare i quattro morti in pineta fra i senza fissa dimora stranieri in una sola settimana di febbraio; oppure la mamma romena e la sua bambina morte bruciate in baracca a Castelfusano il 26 dicembre 2008. A parte alcuni atteggiamenti vandalici specie da parte di gruppi giovanili, non c’è un atteggiamento di intolleranza generalizzato, anche se esistono momenti ed episodi di rifiuto.
Non va dimenticato l’impatto di questo rifiuto sugli stranieri: in genere la radicalizzazione della propria identità culturale è proporzionale alle difficoltà nell’integrazione, ancora di più alle colpevolizzazioni generalizzate. Perché gli immigrati manifestano soprattutto un bisogno: quello dell’inserimento.
Da certe storie belle di legame fra badanti straniere e anziani, fra lavoratori immigrati giovani e italiani più esperti, sembra avviato un processo che modificherà per sempre sia le identità degli autoctoni, sia quelle degli immigrati, per dare luogo a identità nuove e più complesse.

*Comunità di Sant’Egidio

(Per saperne di più: «Tutti a scuola. La presenza degli stranieri e il ruolo di inclusione della scuola italiana», Editrice La Scuola)