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A 3 anni dalla legalizzazione, il governo canadese ha pubblicato gli ultimi dati relativi a prevalenze e modalità di consumo di cannabis.

Scontato l’effetto novità e quello di emersione dall’illegalità e dallo stigma, i consumi non “esplodono” ma paiono assestarsi su livelli paragonabili a quelli precedenti la legalizzazione. Questo nonostante il lockdown e l’evidente espansione del mercato legale, arrivato a 2,6mld di euro negli ultimi 12 mesi, con un aumento di valore del 60% rispetto ai precedenti. Eppure, i consumatori di cannabis diminuiscono: dopo l’aumento iniziale che aveva portato la prevalenza d’uso nel corso dell’anno dal 22 al 27%, questa scende al 25%. Parimenti scende anche il consumo frequente, che torna ai livelli del 2019 (17%). Il consumo abituale resta sostanzialmente invariato rispetto al periodo pre-legalizzazione. L’età media del primo approccio alla sostanza si alza: significa che gran parte dei nuovi consumatori sono sostanzialmente adulti, ma anche che i più giovani non sono più attratti come prima, e i dati 2020 avevano già dimostrato una diminuzione nel consumo negli adolescenti.

Si conferma la progressiva sostituzione del mercato legale a quello illegale, nonostante le difficoltà iniziali e la persistenza del mercato nero e grigio, in particolare a causa dei prezzi e del sistema di distribuzione. Nel 2021 vi è stato un balzo deciso dell’acquisto nei negozi (dal 41% al 53%): insieme a store on line legali (11%) e all’autocoltivazione (8%) si arriva al 72% di fonti di approvvigionamento legale. Le stesse rappresentavano il 61% nel 2020 ed il 43% nel 2019. Se aggiungiamo quelle legate all’uso sociale, ovvero con amici (11%), condivisione fra gruppi di amici (5%) e famiglia (3%) si fa un salto al 91%. Il 63% dei rispondenti non ha mai utilizzato fonti illegali. La spesa rimane minore a quella del 2018 e sostanzialmente invariata nel post legalizzazione, anche se aumentano del 32% le persone che, probabilmente a causa della pandemia, dichiarano di consumarne di più, in particolare i minori di 25 anni.

Quasi sempre esclusa dalla ricerca sulle droghe, la domanda sul perché si usa cannabis non è ancora entrata nel Canadian Cannabis Survey. C’è invece quella sugli effetti positivi e negativi percepiti nel suo uso, che qualcosa dice. I principali benefici sono sulla qualità della vita (52%), salute mentale (48%) e vita sociale (33%). Gli effetti negativi percepiti appaiono limitati: il 10% riporta peggioramenti sulla salute fisica, mentre il 7% riferisce effetti negativi sulla salute mentale e sulla performance lavorativa e scolastica. A quest’ultimo riguardo però l’80% ha dichiarato di non risentire effetti e il 13% di trarne invece benefici. Cambiano le modalità di consumo: se il fumo era quasi l’unico modo di assunzione pre-legalizzazione (89%), nel 2021 è sceso al 74% grazie alla diffusione dei vaporizzatori e alla disponibilità di edibili e oli.

Emergono informazioni più credibili per chi usa e diminuiscono i comportamenti a rischio: i canadesi che riportano di aver guidato dopo aver usato la sostanza calano del 38%. Questo conferma anche un recente studio che, analizzando i dati USA dal 1985 al 2019, associa la diffusione della Marijuana Medica Legale alla diminuzione degli incidenti stradali, senza che le successive regolamentazioni di quella ricreativa generassero modifiche statisticamente rilevanti.

Insomma, in questi primi tre anni di regolamentazione legale in Canada non vi è stato un boom del consumo di cannabis, men che meno fra gli adolescenti, l’età di primo approccio è progressivamente aumentata e il mercato legale si allarga a scapito delle narcomafie. È presto per trarre conclusioni definitive, ma qualche riflessione utile anche al dibattito italiano sul referendum cannabis, è possibile.