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amendt.pngGünter Amendt – nato nel 1939 – è stato uno dei protagonisti del movimento degli studenti del ‘68. Con i libri “Sexfront” (1970) e “Libro sul sesso” (1979) è stato uno dei maggiori autori di successo in Germania. Era uno dei pensatori più radicali.
Dagli anni 80 è stato uno dei critici più radicali delle politiche sulle droghe. Il suo libro più recente è stato pubblicato nel 2008 con il titolo “La leggenda del LSD” (Feltrinelli). Günter Amendt sapeva che esistevano altri stati di coscienza oltre alla ratio illuminata e che l’uomo vorrebbe essere qualcosa di più del risultato di decisioni razionali. 
La sua morte – così si è tentato di dire – può essere letta in questa Weltanschauung. Günter Amendt è morto, perché un autista – forse sotto influenza di THC – ha causato un incidente. Assieme con Günter sono morti altri personaggi della cultura ben conosciuti.
Günter si sarebbe rifiutato di riconoscere che l’incidente fosse da attribuire alle droghe: “Ma quanti incidenti succedono ogni giorno senza l’influenza di droghe”, avrebbe detto. Ci ha insegnato a guardare in faccia alla realtà. Ci ha reso più critici. Ci ha anche insegnato ad accettare che i nostri sentimenti resistono spesso ai fatti. 
E così ci succede adesso di fronte alla sua morte e degli altri coinvolti.
Così ha scritto il tageszeitung – taz del 14 marzo 2011, ma voglio aggiungere un mio ricordo personale.
 
Abbiamo perso uno dei liberi pensatori più importanti, impegnato su tanti temi: dal sesso a Bob Dylan (di cui era un appassionato e commentatore delle sue poesie) ai temi della droga. Ho conosciuto Günter in diverse situazioni. L’abbiamo invitato a un convegno in Italia dove, sono sicuro, ha lasciato altre tracce – oltre ai suoi libri tradotti in Italia. Mi torna in mente una cena a casa mia, dove era presente mio figlio allora 17 enne, che era impressionato da quest’uomo di quasi 70 anni – impressionato dalla sua gentilezza, dal suo modo di essere, dal suo modo di rapportarsi con lui –il giovanissimo-, insomma dal suo modo di invecchiare giovane e radicale nel pensiero e probabilmente anche nella vita quotidiana. Difensore da sempre dalla sua scelta sessuale che viveva in tutta normalità.
Ho un altro ricordo di lui, che testimonia la sua sensibilità. Mi raccontò di essere stato invitato a un convegno. Arrivò la sera prima ed era quasi l’unico ospite della struttura – se mi ricordo bene una struttura religiosa in Baviera. Seppe che quello era stato un luogo nazista dove si praticava la “eutanasia” e non dormì immaginando i destini orribili di morte consumati in questo luogo.
Che Günter sia morto in un incidente così incredibile, mi è difficile concepire. O meglio, non voglio ancora credere che abbiamo perso una persona che avrebbe dato ancora tanto.

INGO STÖCKEL

Chi volesse lasciare una sua parola: http://www.guenteramendt.de/