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All’allarme per il crescente consumo di sostanze stupefacenti si aggiunge ora la preoccupazione degli esperti per l’abitudine sempre piú diffusa dei consumatori di assumere piú sostanze contemporaneamente per aumentarne l’effetto, sull’accresciuta concentrazione di principio attivo delle cosiddette “droghe leggere” e sulle sostanze sempre piú pericolose utilizzate da trafficanti e spacciatori per “tagliare” gli stupefacenti. Tutti elementi che accrescono la preoccupazione sulle conseguenze dell’utilizzo anche occasionale di droga. A lanciare l’allarme ad Apcom è Maria Elvina Sala del Comitato scientifico del Centro delle tossicodipendenze presso il Dipartimento di Farmacologia dell’Università Statale di Milano, e tra gli esperti che raccoglie e studia, all’interno del Monitoraggio delle manifestazioni d’abuso (Mdma) istituito dalla Regione Lombardia, le schede dei sequestri di droga che periodicamente le inviano le diverse forze dell’ordine.

“I consumatori tendono sempre di piú a mischiare le sostanze tra loro come, ad esempio, l’ecstasy con la metanfetamina per ottenere un effetto ancor piú stimolante, oppure l’eroina con la chetamina (un farmaco anestetico di uso veterinario) per un indurre uno stato dissociativo maggiore”.

“Per quanto riguarda hashish e marijuana invece, negli ultimi tre anni il loro principio attivo è molto piú concentrato, tanto da poter affermare che è sempre piú difficile operare una netta, eventuale, distinzione tra droghe cosiddette leggere e pesanti” continua la Sala, sottolineando che “la percentuale di tetraidrocannabinolo (il Delta9) riscontrata è passata da un massimo compreso tra l’5 e l’8% a punte del 20%, una concentrazione molto piú tossica con effetti allucinatori, che puó arrivare ad indurre slatentizzazioni di patologie, come ad esempio, gravi psicosi”.
Impressionante poi l’uso disinvolto di sostanze tossiche, polveri incolori e inodori, usate da trafficanti e spacciatori per “tagliare” stupefacenti come l’eroina e la cocaina. “Oltre al talco e agli antinfiammatori – prosegue la dottoressa – troviamo ormai di tutto, da un diuretico come il tetramisole agli antielmintici (antivermi), dall’atropina (che ne potenzia l’effetto e per la quale in passato ci è scappato il morto) fino a piccole quantità di un veleno come la stricnina”.
Un motivo di preoccupazione che emerge dai sequestri operati dai diversi corpi di polizia in Lombardia, ma il cui dato è generalmente estendibile a tutto il Paese, riguarda i farmaci spacciati dai pusher. “Sempre piú spesso – conclude la dottoressa – ci capitano confezioni di benzodiazepine (ansiolitici), buprenorfina (potente analgesico per malati terminali) e metadone, principalmente assunti da tossicodipendenti per cercare di placare i sintomi dell’astinenza”. (Pestalozza/Apcom)