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Dialogano con gli autori Michele Passione e Enrico Zucca e la curatrice Marialuisa Menegatto: Patrizia Moretti (Associazione Federico Aldrovandi), e Leonardo Fiorentini (La Società della Ragione)  Andrea Boldrini dell’Associazione Federico Aldrovandi.
Grazie all’ascesa di una cultura dei diritti umani, la tortura è diventata simbolo d’inciviltà e perciò qualcosa di radicalmente inconciliabile con la democrazia. Convenzioni e trattati internazionali si sono affrettati a metterla al bando, spingendo i singoli Stati a legiferare per vietarla. La pubblica avversione e il contrasto normativo nei confronti della tortura sono ben noti, ma purtroppo non sono i titoli di coda di un film a lieto fine. Congedando il Novecento, le Nazioni Unite avevano promosso l’idea di una sicurezza umana incentrata sulla protezione dei singoli dalle minacce al loro benessere e all’integrità fisica. Un proposito purtroppo smentito da tante vicende individuali e collettive. Basti ricordare la giovane vita di Giulio Regeni, o gli Stati Uniti, che sistematicamente hanno praticato la tortura a Guantanamo; addirittura, dopo l’11 Settembre, in quel Paese opinion leader e studiosi hanno cominciato a teorizzare un ritorno giustificato della tortura quale strumento per contrastare e debellare il terrorismo.
LA QUESTIONE TORTURA IN ITALIA
Adriano Zamperini, Marialuisa Menegatto, Francesca Vianello, a cura di
Studi sulla questione criminale, XIII, n. 2, 2018,
Editore Carocci
Euro 26,00 intero numero monografico