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Ricercatori del Weill Cornell Medical College di New York City sono riusciti a rendere immuni dalla cocaina alcuni topi di laboratorio, somministrando loro un vaccino che contiene frammenti del virus del raffreddore e particelle che ‘imitano’ la sostanza stupefacente fra le piu’ consumate al mondo.
Nel loro studio, pubblicato sulla rivista ‘Molecular Therapy’ e finanziato dal National Institute on Drug Abuse, gli scienziati americani assicurano che questa nuova strategia potrebbe essere la prima a offrire ai cocainomani un modo semplice per dire addio alla polvere bianca e potrebbe anche essere utile nel trattamento di altre dipendenze, come quella da nicotina, da eroina e da altri oppiacei.
Ronald Crystal, direttore e docente di Genetica del college Usa spiega che “la risposta immunitaria prodotta dal vaccino nei roditori e’ stata in grado di ‘sequestrare’ e ‘spegnere’ le molecole di cocaina prima che raggiungessero il cervello di questi animali, prevenendone gli effetti. E l’efficacia dura per 13 settimane”. Certo, ammette Crystal, “anche altri tentativi di produrre immunita’ contro la cocaina sono andati a buon fine, ma questo e’ il primo che probabilmente non richiedera’ sforzi eccessivi nella messa a punto e potra’ rapidamente essere testato sull’uomo. Un approccio efficace e che diventi velocemente disponibile e’ necessario per combattere la dipendenza da cocaina, un problema enorme in tutto il mondo”.
La novita’ di questo possibile trattamento e’ che si basa su una sostanza chimica simile nella sua struttura alla cocaina, e sulle componenti dell’adenovirus. In pratica, il sistema immunitario umano viene ‘avvertito’ da un agente infettivo, il virus del raffreddore, e allo stesso tempo impara a ‘vedere’ la cocaina come un intruso. Una volta che la struttura dell’ospite indesiderato viene riconosciuta, si crea l’immunita’ naturale. La speranza degli studiosi e’ che, ogni volta che viene sniffata o assunta in qualsiasi modo della cocaina, vengano rapidamente prodotti anticorpi che ‘inghiottiscono’ la sostanza e le impediscono di raggiungere il cervello.
Utilizzando un termine da ‘social network’, Crystal spiega che “il sistema immunitario umano non ‘tagga’ naturalmente la cocaina come qualcosa da distruggere. E’ normale e avviene anche per tutti i farmaci, che di certo non vengono eliminati dal sistema immunitario.
Ma noi siamo riusciti a creare questa risposta, in modo che parta un ‘attacco’ che vada contro la sostanza analoga alla cocaina contenuta nel vaccino”. E, in futuro, contrasti la tentazione della polvere bianca vera e propria in chi non riesce piu’ a farne a meno.