Sia il Congresso Usa, sia l’ambasciatore statunitense a Bogota’, William W. Brownfield, hanno recentemente criticato l’efficacia della strategia colombiana, e ora anche messicana, contro il narcotraffico. Ma ora, come nulla fosse, questa strategia potrebbe trovare applicazione anche in Afghanistan. Lo ha annunciato Michael Mullen, Capo degli Stati Maggiori riuniti degli Usa, spiegando che il ‘Plan Colombia’, fortemente voluto dagli Stati Uniti, potrà contribuire a risolvere anche i problemi del paese asiatico. I punti in comune fra la difficile situazione colombiana e quella afghana non sono una novità. Anche l’ex ostaggio delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), Ingrid Betancourt, ha sottolineato le pericolose similitudini fra i due paesi, chiedendo alla comunità internazionale di prestare maggiore attenzione all’intreccio tra gli interessi dei narcotrafficanti e quelli del terrorismo. Un binomio esplosivo in Colombia quanto in Afghanistan.
La Colombia sta studiando la possibilità di inviare in Afghanistan un contingente, formato soprattutto da esperti della lotta antidroga e della rimozione di mine antiuomo. L’impegno colombiano in Afghanistan è considerato un passo "molto positivo" da Washington. La guerra contro il narcotraffico è una delle principali preoccupazioni degli Stati Uniti, per quanto riguarda le relazioni con i vicini paesi sudamericani. Alcuni analisti criticano gli Usa per aver limitato il rapporto con il Sudamerica quasi esclusivamente a questo punto: sicurezza e lotta contro la produzione e il traffico di droga. Un argomento che ha sempre generato polemiche. Recentemente le tensioni hanno riguardato soprattutto la Bolivia (che punta su Mosca come nuovo partner per cooperare nella lotta antidroga) e il Venezuela.