Il cartelli della droga messicani rispondono alla stretta decisa da Messico e Stati Uniti cambiando i loro metodi con astusia. Ormai, dicono gli esperti statunitensi della lotta al narcotraffico, piú di un terzo dei carichi di cocaina, eroina e altre droghe che da Messico e Colombia giungono negli states non passa piú via terra ma via mare. A trasportarli piccoli sommergibili di fortuna difficili da rintracciare e controllare.
Le cifre del fenomeno, secondo i dati riportai ieri dal Washjington Post, sono effettivamente impressionanti. Solo qualche mese fa la scoperta di un curioso sommergibile home-made aveva suscitato scalpore. Oggi la sensazione netta è che quel rinvenimento fosse soltanto la punta dell’Iceber. Dal 2006 gli agenti Usa e colombiani hanno accertato a oggi almeno 115 viaggi di sommergibili e dal 2007 nella zona di aggira una vera e propria flotta di una cinquantina di microsommergibili. Ogni anno le curiose imbarcazioni sono in grado di trasportare carichi pari a circa 380 tonnellate di cocaina.
Secondo gli esperti Usa, le imbarcazioni fantasma hanno caratteristiche di particolare interesse. Intanto, pur non essendo granch‚ comodi, tengono il mare perfettamente e possono andare anche piuttosto veloci. Inoltre vantano un’inidiabile autonomia potendo fare anche 3.000 miglia marine senza aver bisogno di rifornimento. A questo punto, dice Joseph Ruddy, uno degli agenti della Dea Usa interpellati dal Washington Post, il rischio è che i narcos possono osare ancora di piú: “Non vorremmo proprio ritrovarci uno di questi sub che risale l’Hudson”, dice con amarezza e sarcasmo Ruddy