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Le telecamere della Cnbc, la rete di notizie economiche, sono andate nelle piantagioni della contea di Mendocino, a nord di San Francisco, per documentare il “boom della marijuana”. Anderson Cooper, l’anchorman di punta della Cnn, ha dedicato tutte le trasmissioni in prime time della settimana scorsa a discutere i pro e i contro dello spinello. E il governatore della California Arnold Schwarzenegger ha aperto un dibattito sulla legalizzazione e soprattutto sulla tassazione della marijuana: lasciando intendere che potrebbe essere un modo per tamponare lo spaventoso deficit del bilancio statale. Insomma, dopo tanti anni di guerra contro tutte le droghe, pesanti e leggere, gli Stati Uniti appaiono pronti a una riflessione critica, e magari anche a un cambiamento di rotta.
Pur avendo ammesso di aver fumato (e sniffato) in gioventù, Barack Obama si è finora tenuto lontano dalla questionespinello: con due guerre in corso e una tempesta economica, il presidente ha altro cui pensare (e non vuole prestare il fianco a nuovi attacchi della destra). Ma non c’è dubbio che il suo arrivo alla Casa Bianca abbia dato coraggio a quanti si battono da tempo per la depenalizzazione delle droghe leggere. Non solo: il neoministro della giustizia Eric Holder ha deciso di non perseguire più, per violazione dei reati federali, quelle “farmacie” californiane che vendono marijuana “per usi medici”, e che sono quindi in regola con le leggi dello stato (altri 12 stati americani permettono lo spinello come medicinale).
A favorire il ripensamento negli States sono anche le violenze dei narcotrafficanti e le difficoltà dei conti pubblici. Da un lato a legalizzazione della marijuana frenerebbe gli astronomici guadagni dei cartelli, che oggi seminano il terrore in Messico. Da un altro lato, secondo uno studio di Jeffrey Miron, professore di economia all’università di Harvard, un nuovo corso porterebbe a un risparmio di 13 miliardi di dollari all’anno in spese di polizia e giudiziarie (40 per cento degli arresti sono per droghe leggere), e al tempo stesso farebbe incassare 7 miliardi all’anno di tasse. Altre ricerche forniscono un quadro ancor più allettante: c’è chi ipotizza un introito fiscale di 200 miliardi, sufficiente per finanziare la riforma sanitaria.
Già negli anni scorsi un gruppo di 500 economisti capitanati da Milton Friedman, il premio Nobel scomparso di recente, aveva scritto una lettera aperta al governo a favore della depenalizzazione. Adesso c’è chi va molto più in là, a dispetto dei moniti della Dea e dell’opposizione dei conservatori. Tom Ammiano, deputato statale della California (dove il 56 per cento degli elettori sono in favore della legalizzazione, un po’ più che la media nazionale), ha presentato una proposta di legge per equiparare la marijuana all’alcol e al tabacco: la vendita di spinelli sarebbe vietata ai minori di 21 anni e regolarmente tassata. A tutto vantaggio del bilancio statale imploso per la recessione.