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Arriva in Italia la tendenza al consumo di droga tra i non piu’ giovani. Quattro mesi fa, un’indagine giunta dagli Stati Uniti, raccontava il dilagare del fenomeno tra gli over 60. Un fenomeno che sembra prendere piede ora anche nel nostro Paese, da un capo all’altro della Penisola.

L’ultimo caso risale a qualche giorno fa. Un’anziana di 81 anni, Vita Lippolis, di Perinaldo, nell’entroterra di Bordighera (Genova), e’ stata arrestata dai carabinieri; doveva scontare un definitivo di pena a 6 mesi circa di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Ma vista l’eta’ non piu’ verde della donna, le sono stati concessi gli arresti domiciliari. La nonna genovese era rimasta coinvolta in un’inchiesta partita tra il 2004 ed il 2005 che riguardava un traffico di droga.

Qualche giorno prima, nella Capitale, nei pressi della stazione Termini due anziani, 76 anni lei, 74 lui, sono stati sorpresi a spacciare e sono stati arrestati dalla polizia ferroviaria. Stavano rifornendo di cocaina una giovane. Gli agenti della Polfer, a casa dei due anziani hanno trovato 65 panetti di coca e diecimila euro, provento dell’attivita’ illecita. Due mesi fa, l’episodio di un pensionato 67enne di Catania arrestato, in casa del quale sono state trovate due piante di cannabis sativa e 38 grammi di marijuana poi sequestrate dalla Guardia di Finanza. Ai militari l’anziano ha detto di ‘essere un tossicodipendente’ e che la droga era ‘detenuta a scopo personale’.

Quattro mesi fa, la diffusione dell’indagine Usa, portata all’attenzione dall’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori (Aduc), che raccontava come l’uso di droghe e’ diventato un vizio dei 60enni.

Se nel 2007 e’ diminuito l’interesse delle persone sotto i 24 anni per cocaina, amfetamina e marijuana, il consumo di sostanze stupefacenti e’ invece raddoppiato nella fascia che va dai 55 ai 65 anni (al 4,1%), che e’ la generazione dei loro genitori e nonni. Un incremento, si sottolinea nella ricerca, dovuto al fatto che molti dei cosiddetti ‘baby boomer’ nati tra il 1946 e il 1964 e cresciuti in epoca di rock and roll ed emancipazione sessuale, hanno continuato a fare uso di stupefacenti. Il ministero della Sanita’ statunitense di recente ha sottolineato che la sua preoccupazione che i ‘baby boomer’ continuassero a usare droghe aveva avuto conferme.

In Italia comunque, la politica di contrasto del fenomeno riguarda ancora molti giovanissimi, anche perche’ le statistiche continuano a indicare i ragazzi tra i 16 e i 30 anni come i maggiori consumatori. Il fenomeno statunitense e’ pero’ curioso e di certo i ‘baby boomer’ saranno i candidati ideali per una ricerca sulla guida, di portata europea, e che in Germania e’ condotta dall’Universita’ di Wuerzburg.

Il progetto Druid (“Driving under the influence of drugs, alcohol and medicines”), cui partecipano 30 istituti di ricerca di 19 Paesi, e’ finalizzato a misurare l’effetto dell’uso di droghe sugli automobilisti, e sara’ utile nell’elaborazione di nuove norme stradali valide in tutta l’Unione Europea.

L’ateneo di Wuerzburg cerca nella zona di Monaco consumatori abituali di cannabis e altre sostanze; 170 volontari si sono gia’ annunciati per l’esperimento. Per quattro settimane dovranno girare con un BlackBerry (il computer portatile) e riempire un questionario ogni giorno, in cambio di 300 euro. Ai ricercatori interessa scoprire se c’e’ chi si mette alla guida sotto gli effetti della droga; l’eventuale quantita’ assunta; in quali circostanze e la frequenza.

Dall’Ateneo fanno sapere che questo non e’ un invito a consumare droghe, ma chiede solo l’apporto di chi ne fa gia’ uso. Nessun problema legale per i partecipanti, assicurano le Procure di Monaco e Wuerzburg, perche’ non verra’ effettuato alcun accesso ai dati personali dei volontari, e questi non potranno essere ceduti a terzi.
Il progetto e’ stato studiato anche dal punto di vista giuridico ed e’ stata esclusa l’istituzione di una commissione etica, giacche’ l’esperimento non comporta la cessione di sostanze stupefacenti.

Molte ricerche sottolineano come l’Europa stia registrando un notevole invecchiamento della sua popolazione. Nel corso del ventesimo secolo il numero di europei di 65 anni o di eta’ superiore e’ triplicato e l’aspettativa di vita e’ piu’ che raddoppiata. Nel 2028 piu’ di un quarto della popolazione europea avra’ raggiunto o superato i 65 anni di eta’ e, secondo le previsioni, il numero di anziani con problemi legati all’abuso di sostanze o che necessitano di una cura a causa di tale consumo, aumentera’ piu’ del doppio fino al 2020.

Questo e’ in parte dovuto al numero di nati durante il ‘baby boom’ e al tasso superiore di consumo di sostanze in questa fascia generazionale.Gli anziani che fanno uso di sostanze possono essere classificati in due categorie: quella di coloro che hanno iniziato a consumare tali sostanze da giovani (precoci) oppure in eta’ piu’ avanzata (tardive).

Chi ha iniziato precocemente di solito ha fatto uso di sostanze per molto tempo fino a tarda eta’. Chi le consuma in eta’ avanzata, invece, secondo le piu’ recenti ricerche, inizia nella maggior parte dei casi a causa di eventi di vita stressanti, come per esempio il pensionamento, la separazione dal coniuge, l’isolamento sociale o un lutto.