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La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ha pubblicato il suo report annuale, incentrato sul contrasto al traffico delle sostanze illecite. In attesa della Relazione al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze, caratterizzata da un’impostazione analitica più ampia e sistematica, il documento della DCSA fornisce una prima e aggiornata istantanea del contesto nazionale.

Il narcotraffico si conferma la principale attività fonte di introiti per le organizzazioni criminali, i cui sodalizi hanno da tempo superato logiche territoriali o gerarchiche, all’insegna di un processo di globalizzazione ormai consolidatosi.
La complessità dei mercati illeciti è riscontrabile tanto nell’offerta di sostanze quanto nelle strategie economiche e nelle partnership commerciali messe in campo dalla criminalità organizzata: come si legge nella relazione, infatti, “è stata documentata, altresì, l’operatività di network transnazionali, che gestiscono la produzione, il trasporto e la distribuzione degli stupefacenti con un sistema di tipo reticolare, che si differenzia dai modelli criminali tradizionali e che utilizza nuovi modi operandi”. I partenariati più stretti sono quelli che legano le mafie italiane con gruppi criminali albanesi, nigeriani, nordafricani e sudamericani.

Le attività di vendita, i contatti fra pusher e clienti e i principali canali di offerta di sostanze sono a loro volta soggetti a un rapido e profondo processo di digitalizzazione, rendendo le operazioni di più ardua tracciabilità.
L’osservazione dei fenomeni e l’analisi degli indicatori inquadrano nell’impiego della tecnologia crittografata e nel controllo della logistica portuale i due principali elementi di novità rispetto alle passate rilevazioni.
A livello generale, ciò che è emerso nel corso del 2022 è una vigorosa ripresa delle attività di importazione, agevolate dalle strategie adottate durante il corso della pandemia, la cui conclusione ha segnato uno spartiacque fondamentale per il riassetto delle rotte commerciali.
I dati relativi ai sequestri configurano uno scenario sovrapponibile a quello del 2021, sebbene operazioni antidroga e denunce all’autorità giudiziaria siano andate incontro a un calo, rispettivamente del 10,54% e del 12,12%: sono state 19.198 nel primo caso, 26.685 nel secondo, una media inferiore rispetto a quella dell’ultimo decennio. Anche il volume di sostanze sequestrate ha subito un notevole decremento, pari al 19,17% in confronto al 2021. Nel complesso, esso si è attestato attorno alle 75 tonnellate.

Con le sue 26,10 tonnellate, il 2022 è stato l’anno contraddistinto dai più alti quantitativi di cocaina mai sequestrati in Italia, nel 78,28% dei casi intercettati in aree frontaliere, secondo un trend decennale che appare in continua ascesa.
L’Italia si conferma dunque un punto di passaggio strategico nell’ambito dei flussi mondiali di approvvigionamento di cocaina, in forza delle cifre mosse dal mercato e dalle partnership internazionali venutesi a creare.
Ecuador, Brasile e Guatemala i principali Paesi fornitori.
L’attività di riduzione dell’offerta in merito all’eroina è invece contraddistinta da numeri in linea con il 2021: i 548.08 kg sequestrati si inscrivono nel trend dell’ultimo quadriennio, secondo oscillazioni mantenutesi costanti nel tempo, quantificabili attorno alla mezza tonnellata annua.

Se i dati relativi alla cocaina sono andati incontro a un aumento, e quelli di eroina si sono mantenuti stabili, circa la Cannabis si evidenzia una diminuzione nei numeri. I quantitativi sequestrati, pari a 47,02 tonnellate, risultano ben al di sotto della media decennale, attestatasi attorno alle 77 tonnellate. Il calo del 31,51% dei sequestri in merito alle piante, del 33,79% in merito all’hashish e del 29,59% riguardo le infiorescenze, ad ogni modo, non modificano un quadro complessivo in cui alla Cannabis è riconducibile il 60% del totale dei sequestri avvenuti nel nostro Paese.

Anche per quanto riguarda le droghe sintetiche si assiste a una flessione dei numeri, sebbene i 102,95 kg requisiti rappresentino il terzo valore più alto di sempre, con una commercializzazione spinta prevalentemente dai mercati online. Allo stesso tempo, il quantitativo di dosi rinvenute al dettaglio è fra i più bassi della serie decennale. Fra le varie sostanze di sintesi, è da sottolineare la predominanza da parte della metanfetamina, con il 43,11% del totale dei sequestri e con un aumento dei quantitativi rinvenuti del 71,11% rispetto al 2021. Le NPS, infine, si confermano le sostanze più difficili da tracciare, in ragione delle continue alterazioni nelle strutture molecolari cui sono attribuibili le difficoltà relative a diagnosi e trattamento farmacologico. Per molte di esse non sono ancora del tutto note sintomatologia, meccanismi di azione e reazioni avverse. Nel 2022 sono state segnalate 76 nuove NPS, di cui 29 mai identificate in precedenza. 39 nuove NPS sono state inserite nelle tabelle sulle sostanze stupefacenti redatte dal Ministero della Salute.

Circa il carico penale relativo alla 309/90, il numero degli stranieri coinvolto in reati di traffico e spaccio risulta il più basso del decennio: 9.105 unità, le quali continuano a rappresentare oltre il 34% del totale.
Ad aumentare, invece, è il numero di minori incriminati, in aumento del 14,78%, a conferma di una tendenza in stabile crescita negli ultimi tre anni: 926 nel 2020, 981 nel 2021, 1.126 nel 2022. Venendo all’andamento relativo ai decessi per overdose, in significativa diminuzione già dal 2020, i 298 casi del 2022 si pongono in linea con quelli dell’anno precedente, in cui erano stati 296.