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SAN FRANCISCO – Barack Obama è pronto allo scontro con la California: se passa la liberalizzazione della marijuana al referendum del 2 novembre nel Golden State, gli agenti dell´Fbi e dei reparti anti-narcotici «applicheranno con il massimo rigore la legge federale». Cioè sarà guerra tra Washington e il più libertario degli Stati Usa, dove presto lo spinello potrebbe essere legalizzato. Lo ha dichiarato il segretario alla Giustizia, Eric Holder: «Questo ministero si oppone alla legalizzazione proposta dal referendum, se dovesse passare sarebbe un grave intralcio alla nostra lotta contro le tossicodipendenze, metterebbe in pericolo i cittadini».

Holder aggiunge il peso dell´Amministrazione Obama a un vasto fronte di oppositori della liberalizzazione. Contro la Proposition 19 (questo il nome del referendum) si sono già schierati il governatore uscente della California Arnold Schwarzenegger, diversi ex capi della Drug Enforcement Administration (Dea), molti responsabili locali dell´ordine pubblico tra cui lo sceriffo di Los Angeles. Si è pronunciato contro perfino un capo di Stato straniero: il presidente del Messico Felipe Calderon denuncia il pericolo che la California diventi un «narco-Stato» accogliente verso le gang messicane della droga. Ma più si allunga la lista delle autorità contrarie, più è chiaro che le chances di vittoria della liberalizzazione sono forti. Secondo i sondaggi la legalizzazione ha il consenso di una maggioranza di elettori tra i democratici e gli indipendenti, tra i maschi adulti e i tra giovani di ambo i sessi. «Non ci sorprende – dice la portavoce della campagna per il sì alla Proposition 19, Dale Sky Jones – che l´establishment sia compatto in favore dello status quo. Tra gli elettori rischiano di avere l´effetto opposto».

La legalizzazione dello spinello sembra il coronamento di 40 anni di cultura antiautoritaria, dal movimento hippy alla New Age, che ha messo radici profonde qui sulla West Coast. E´ una visione che ha segnato tutti i movimenti artistici californiani: dal poeta Beat Allen Ginsberg fino ad autori dell´ultima generazione come Bret Easton Ellis; consacrata nella musica con la Summer of Love (San Francisco 1967) e gruppi come i Greateful Dead; teorizzata dallo psichiatra guru Timothy Leary che il presidente Richard Nixon definì «l´uomo più pericoloso d´America». Alle tradizionali correnti della contro-cultura si sono aggiunte di recente motivazioni pragmatiche. «La marijuana – dice la Sky Jones – è meno nociva dell´alcol, il proibizionismo crea un business criminale che scomparirebbe con la legalità». C´è un tornaconto fiscale: «Lo spinello potrà essere tassato come le sigarette e contribuirà a risanare le finanze locali». Un argomento attraente per uno Stato che affonda sotto il peso di 20 miliardi di debiti, ed è stato costretto a pesanti tagli nel bilancio della scuola.

Per gli oppositori come Calderon, al contrario, è la California stessa che rischia di trasformarsi in uno «Stato criminale», un porto franco «dove i narcos messicani potranno operare impunemente per esportare marijuana verso il resto degli Stati Uniti e la stessa America latina». I promotori della Proposition 19 contro-obiettano che il referendum punta a liberalizzare solo il possesso in «modica quantità» (un´oncia, circa 28 grammi) e la coltivazione in piccoli appezzamenti (2,5 metri quadri di terreno).

Obama sembra mosso soprattutto da una preoccupazione tattica immediata. Deve impedire che lo spinello libero dia altro carburante alla destra nelle legislative di novembre. I democratici ricordano che nel 2004 a far perdere John Kerry contro George Bush a livello nazionale contribuì anche la «trasgressiva» San Francisco con il suo referendum sulla legalizzazione dei matrimoni gay.