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Rischia di incepparsi il cammino della legalizzazione della marijuana in America: il numero crescente di Stati che ne autorizzano l’uso e la vendita a scopo curativo o anche ricreativo sta incontrando tantissime resistenze impreviste a livello locale. E tanti dubbi tra i politici di entrambe gli schieramenti a livello nazionale. Insomma. e’ in atto uno scontro seguito con molto interesse dallo stesso governo Usa, che potrebbe intascare centinaia di migliaia di dollari in tasse dalla vendita dell’erba. A guidare una ‘opposizione illuminata’ ai negozi della cannabis e’ l’ultimo figlio di Ted Kennedy, Patrick Kennedy, ex senatore ed ex ‘schiavo’ di una grave dipendenza da farmaci e alcol. Insieme a Kavin Sabert, ex consigliere del presidente Obama, Kennedy ha fondato una associazione che si oppone alla legalizzazione piena della sostanza, pur favorendone la depenalizzazione. Ma e’ dalle cittadine lontane dalle grandi capitali del Colorado e dello Stato di Washington – che hanno approvato le leggi di legalizzazione della cannabis anche solo ad uso ‘ricreativo’ – che stanno arrivando i primi ‘bandi. Il nuovo scenario possibile e’ che sorgano i centri urbani ‘puliti’, ‘senza marijuana’, all’interno pero’ di Stati che la permettono. Proprio come negli anni del dopo-proibizionismo nacquero le cosiddette ‘citta” a secco’, in cui continuava a vigere il divieto al consumo di alcol mentre l’America era tornata a berlo liberamente. Ad Yakima, citta’ delle mele e del buon vino nello Stato di Washington, ad esempio, la scorsa settimana il consiglio comunale ha votato 6 contro 1 per una ‘completa proibizione’ all’ apertura di negozi e commerci di marijuana’. All’interno dello Stato – che ne autorizza invece la vendita – le moratorie approvate a livello locale interessano in pratica gia’ un residente su cinque. Da una costa all’altra dell’Unione, dalla Lousiana alla Florida, da New York all’Indiana, dove le assemblee statali stanno considerando un’apertura alla cannabis a diversi livelli – da quello medico a quello ricreativo – stanno cosi’ allo stesso tempo emergendo gli avversari dell’erba. Ed in molti casi su questo specifico tema – secondo una analisi del ‘New York Times’ – i repubblicani piu’ conservatori si trovano alleati a democratici usualmente libertari.