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Ci risiamo. L’ineffabile sottosegretario Giovanardi non ha dubbi: per lui la strage di Duisburg non è figlia del caos e dell’improvvisazione delle autorità locali, com’è ampiamente dimostrato dai fatti. Sarebbe invece effetto della droga: e pertanto ogni raduno giovanile che non veda intonare canti da Azione Cattolica o “Meno male che Silvio c’è” non si configura se non come un pericoloso covo di sovversivi drogati, e va vietato rigorosamente, perché questi poveri giovani non sono in grado di realizzare che vanno salvati da se stessi. In Italia Giovanardi c’è riuscito: ha creato uno strumento (la legge sulle tossicodipendenze che porta il suo nome) che gli ha permesso di censurare la più grande esperienza italiana di pensiero e di cultura reggae, il Rototom Sunsplash, che l’UNESCO ha riconosciuto e patrocinato come Evento Emblematico del Decennio Internazionale per una Cultura di Pace e Non Violenza. Dietro l’ombrello di questa legge ottusamente repressiva si cela la volontà di colpire i giovani, le loro culture, e ogni forma di pensiero alternativa alla dittatura telecratica che – quella sì – “spaccia” il denaro come unico valore e la diversità come qualcosa di cui aver paura.
In Italia questo non si può fare; non sono serviti gli appelli raccolti tra migliaia di cittadini e decine di intellettuali e personaggi di spicco del mondo della musica, della cultura e dell’informazione come Altan, Beppe Grillo, don Luigi Ciotti, Dario Vergassola, Moni Ovadia, Bunny Wailer, Ash Amin, Axel Klein, Neffa, Subsonica, Almamegretta, Vinicio Capossela, Giuliano Giuliani, Beppino Englaro, Laura Balbo, Sandro Ruotolo, Vauro, Linton Kwesi Johnson; Luigi Manconi, Ignazio Marino ed Elisa.
Rototom Sunsplash ha scelto di continuare in Spagna e Giovanardi se ne rallegra: “vadano pure all’estero, noi non possiamo autorizzare eventi dove i ragazzi possono rischiare la vita. Questi raduni spesso non sono appuntamenti per ascoltare musica e divertirsi, ma diventano veicoli per distribuire altro” dice. Sì, sono veicoli per distribuire emozioni, sogni, idee e conoscenza, per condividere l’idea che un altro mondo è possibile in un’atmosfera di pacifismo, tolleranza e multiculturalità. Ma questo a Giovanardi dà fastidio e ogni occasione è buona per ribadirlo: anche lo sciacallaggio su 20 poveri ragazzi vittime della disorganizzazione e delle mancanze degli apparati di sicurezza.
L’equivalenza tra Love Parade e Rototom Sunsplash è assurda e Giovanardi lo sa. Al Sunsplash non è mai accaduto assolutamente nulla in 16 anni. Nessuno s’è mai fatto male e l’area in cui la manifestazione si svolgeva era così ampia (25 ettari) che qualsiasi potenziale emergenza connessa con la presenza di 150 mila persone (in un clima di civiltà e armonia esemplare) sarebbe stata comunque affrontabile con vie di fuga e piani di evacuazione studiati con cura. A Duisburg invece la polizia stessa ha convogliato centinaia di migliaia di ragazzi in un tunnel senza uscita che, con buona pace di Giovanardi, non è il tunnel della droga ma quello dell’ottusità, dell’improvvisazione, dell’incapacità. E sono queste le cose che mettono a rischio le vite dei nostri giovani …
Giovanardi non a caso parla di questo mentre le cronache proporrebbero a un sottosegretario governativo ben altri argomenti su cui esercitare la propria azione di governo: arresti per attività estensiva e documentata di traffico di cocaina nelle discoteche della Milano-bene, giri di coca ed escort nelle varie cricche che stanno spuntando qua e là tra politici e imprenditori, persino la condanna per traffico di droga a 14 anni in primo grado del generale che era a comando del Reparto Operativo Speciale dei Carabinieri. Su tutte queste cose Giovanardi cos’ha da dire? Se il suo bersaglio fosse la droga, dovrebbe essere durissimo. Invece tace: il suo obiettivo non è combattere la droga, ma le palestre di libero pensiero che non riesce ad asservire come Rototom Sunsplash, che anche in esilio continua la sua battaglia di libertà.