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Uno studio dell’universita’ di Rio de Janeiro (Ufrj) ha lanciato l’allarme sulla crescente diffusione nella citta’ brasiliana della cosiddetta ‘craconha’, una mistura di crack e cannabis (maconha, in portoghese). Secondo lo studio, la ‘craconha’ sarebbe stata inventata dai trafficanti locali per creare nuovi tossicodipendenti tra i giovani di classe media e alta che si limitano allo spinello, piu’ o meno occasionale. Gli utenti – specialmente quelli con poca esperienza di stupefacenti – comprano l’erba ‘taroccata’ a poco prezzo e pensano che l’effetto sia dovuto alla cannabis stessa, ma dopo due o tre spinelli sono gia’ dei dipendenti potenziali, che torneranno a comprare la stessa erba. La polizia sostiene invece che si sia trattato di un tentativo dei trafficanti di sopperire alla scarsa qualita’ della cannabis locale, e che il trucco abbia funzionato ben oltre le aspettative. Comunque sia, in poco meno di un anno si e’ creato un mercato attivissimo e sempre piu’ esteso della ‘craconha’, che a differenza del crack e’ usata e accettata anche nelle classi alte della societa’ e da personalita’ note del mondo dell’arte e dello spettacolo carioca. Secondo lo studio dell’Ufrj, molti utenti usano la ‘craconha’ senza remore, convinti che l’effetto ‘rilassante’ dell’erba limiti in qualche modo le conseguenze devastanti del crack, ma rifiuterebbero di fumare crack a causa dell’immagine fortemente negativa che l’accompagna, di droga ‘da tossici’. Nata a Rio de Janeiro, capitale dello smercio di stupefacenti in Brasile, la ‘craconha’ adesso si sta diffondendo progressivamente in tutto il Paese.