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Il motto della 19a Conferenza internazionale sulla riduzione del danno, svoltasi a Barcellona dall’11 al 15 maggio, è stato “verso un approccio globale”. All’evento hanno partecipato più di mille delegati provenienti da tutto il mondo. Oltre agli europei, agli statunitensi, ai canadesi e agli australiani, molti partecipanti sono arrivati dall’Asia, dai paesi del Maghreb e dall’America latina.
Lo “stato globale della riduzione del danno” è stato l’oggetto di discussione di una importante sessione plenaria proprio all’inizio della conferenza, lunedì mattina. Da due decenni, le strategie e le pratiche di riduzione del danno stanno crescendo in termini di accettazione, di implementazione e di evidenze scientifiche. Molti governi nazionali e molte organizzazioni internazionali adottano e sostengono questo approccio, mettendo in campo progetti e attività. D’altro canto, in molti paesi la “guerra alla droga” è ancora una realtà di fatto, e la limitatezza delle risorse, gli impedimenti legali, le violazioni dei diritti umani ed altri fattori fanno sì che la riduzione del danno non sia ancora riconosciuta come un approccio veramente globale.
Due sessioni della conferenza sono state dedicate ai diritti umani, all’accesso universale ai trattamenti (anche in carcere) e alla situazione in regioni quali l’Africa o l’Asia. L’Ihra (International Harm Reduction Association) ha presentato una panoramica molto interessante delle pratiche di riduzione del danno a livello globale. Come di consueto il programma, della durata di quattro giorni, ha offerto un’ampia gamma di informazioni pratiche sui metodi, le azioni, i progetti e le esperienze in tutto il mondo, mettendo inoltre a disposizione le evidenze e i risultati delle ricerche più recenti. Un esempio: a New York la prevalenza di Hiv e di epatite C si è ridotta significativamente dopo l’attuazione di programmi di scambio siringhe; tuttavia l’evidenza dell’efficacia delle misure non si trasforma automaticamente in sostegno politico, come dimostra l’esempio della “stanza del consumo” di Vancouver.
Un’altra questione chiave affrontata durante la conferenza è stata la parità di genere nel campo della riduzione del danno. Molto spesso le donne non accedono ai servizi allo stesso modo degli uomini, come hanno dimostrato gli esempi provenienti dalla Russia, dall’Indonesia, dagli Usa.
Dal 2006, i consumatori (con le loro organizzazioni) partecipano attivamente alla definizione del programma della conferenza; ciò si è tradotto in sessioni su “le scelte dei consumatori”. Altre sessioni della conferenza hanno trattato settori della riduzione del danno generalmente sottovalutati, come il tabacco, l’alcol e altre sostanze stimolanti; e l’importanza di questa strategia per i lavoratori e le lavoratrici del sesso e per i giovani. Una parte integrante del programma è stato il “Festival cinematografico su droghe e riduzione del danno”, nel corso del quale sono stati proiettati una trentina di film di quindici paesi diversi.
Oltre al programma regolare, molte organizzazioni hanno sfruttato l’opportunità di organizzare incontri ed eventi paralleli, come la rete Nursing Harm Reduction Network, la rete Alcohol and Harm Reduction Network, la rete di consumatori Network of People who Use Drugs e le nuove reti regionali per la riduzione del danno in Medio Oriente e nell’Africa sub-sahariana. Nuove iniziative promettenti per creare sinergie e per collaborare a livello internazionale sono state avviate dalla rete International Network of Drug Consumption Rooms e dalla rete International Network on Drug Related Media, di recente formazione.
Nell’ultima giornata dei lavori, un momento politico è stato l’intervento di Antonio Maria Costa, direttore esecutivo dell’Unodc. Questa agenzia si ispira a politiche ispirate alla repressione e alla tolleranza zero.
Costa ha dichiarato che tutte le attività utili a combattere la dipendenza da droghe vanno considerate “riduzione del danno”; ha dichiarato inoltre che la salute deve essere considerata una priorità, ed un indicatore importante del successo della sua agenzia. Il pubblico ha accolto le attuali indicazioni dell’Unodc e la partecipazione di Costa con un applauso, ma nella breve sessione successiva, dedicata alle domande, i partecipanti hanno anche formulato domande e osservazioni critiche.
Rispetto ai diritti umani, all’accesso universale ai servizi e a tutti gli altri aspetti della riduzione del danno, il luogo scelto per la prossima conferenza internazionale sulla riduzione del danno rappresenta certamente una sfida per tutti i partecipanti. La città prescelta infatti è Bangkok, in Thailandia, un paese che proprio recentemente ha rilanciato la guerra alla droga, compresa la pena di morte per chi commette reati di droga.

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