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Referendum, ultimatum, plenum. Non si tratta di un ritorno alla lingua latina per contrastare le manie anglofile della war on drugs. Sono invece le tre parole d’ordine uscite dall’assemblea di Forum droghe, lo scorso 21 aprile, a Firenze.
L’idea di studiare e depositare in Cassazione un quesito referendario che possa cancellare le norme più odiose della legge Fini-Giovanardi sulle droghe appare necessaria per ricostruire, intorno a una proposta politica concreta e operativa, il quadro delle alleanze di movimento e all’interno dei partiti. Il gioco delle scomposizioni e delle ricomposizioni nel campo del centrosinistra italiano, infatti, dovrà anche misurarsi, prima o poi, con i contenuti, oltre che con le collocazioni internazionali e con il pantheon dei propri riferimenti culturali e politici. Il crinale delle alternative alla politica di proibizione e punizione sulle droghe può aiutare, in questo senso, a fare chiarezza fra quanti ritengono che quella del consumo di droghe sia una questione pienamente sociale e quanti impropriamente declinano come questione «etica» una vicenda che è tutta politica e di diritti individuali.
Vi è poi la necessità di sapere come intenda muoversi il governo. Infatti, con la scusa dell’imminente disegno di legge d’iniziativa del ministro Ferrero, la Camera è ferma sull’inizio della discussione delle proposte di legge d’iniziativa parlamentare. Se sarà varato un testo governativo entro il 26 giugno, giornata mondiale dedicata al contrasto degli stupefacenti, allora quello potrà e dovrà costituire il punto di partenza della discussione. Altrimenti basta. Basta con l’attesa infinita di un disegno di legge che, evidentemente, il governo non è in grado di licenziare.
Superati questi due snodi politici, a settembre, sarà necessario fare il punto della situazione. Ecco perché è necessario convocare un plenum. Non solo un’assemblea di Forum droghe, ma una riunione dell’intero mondo antiproibizionista e antipunizionista. Una grande assemblea di movimenti, associazioni, comunità, operatori, amministratori locali, politici e cittadini per ridare slancio a una offensiva seria e documentata nei confronti della mummia proibizionista, sempre uguale a se stessa. Un’opportunità seria perché riprenda voce «in prima persona» quel popolo di consumatori e libertari che aveva riposto fiducia e qualche speranza in un cambiamento di rotta delle politiche nazionali dopo il risultato elettorale di un anno fa, ma che ha dovuto registrare le difficoltà di una coalizione fragile e l’inadeguatezza di una classe politica.
Perché questa piattaforma si traduca in realtà sarà bene che ognuno si renda protagonista di iniziativa politica e associativa. Raccogliere consensi e adesioni a Forum droghe, promuovere serate di discussione, inviare contributi di riflessione e notizie al sito e al giornale.
La nostra presidente, Susanna Ronconi, riconfermata dall’assemblea insieme al segretario Franco Corleone, a Grazia Zuffa direttrice di Fuoriluogo e al direttivo, potrà dirigere al meglio le attività di tutti noi, se ciascuno farà la sua parte.