Tempo di lettura: 3 minuti

Strasburgo – Mi sembra chiaro che l’innalzamento delle tabelle non basta, bisogna pensare ad una riforma integrale e ad un superamento graduale della legge Fini-Giovanardi ».

A Strasburgo per la conferenza europea sulle nuove sfide della lotta al consumo ed al traffico di stupefacenti il ministro della solidarietà Paolo Ferrero, affronta tutti i temi ed i nodi centrali legati alle politiche in materia di droghe, incluso il doping: «Stiamo preparando un progetto di legge che prevede la depenalizzazione dell’atleta e del consumatore. Chi consuma deve poter essere messo nella condizione di collaborare con la giustizia, denunciare gli abusi e le pressioni che subisce, e non nascondersi come un criminale».

Ministro, allora via le tabelle?
L’innalzamento delle tabelle, che ha raddoppiato la quantità massima detenibile di cannabis, è stato solo un primo passo. Le tabelle, come l’intero impianto della legge Fini-Giovanardi, spostano l’obiettivo sul consumo e non, come sarebbe giusto, sullo spaccio. E’ su quest’ultimo elemento che bisogna intervenire senza accanirsi sul consumatore. Sono convinto quindi che la nuova legge dovrà dirigersi gradualmente vero l’eliminazione delle tabelle. Sarà compito della magistratura definire se, chi viene trovato in possesso di sostanze stupefacenti, sia da considerarsi un semplice consumatore oppure uno spacciatore. Peraltro con legge attuale e’ molto più facile ”beccare” il ragazzino che fa la scorta che non lo spacciatore. La magistratura, invece, in base ad una serie di indizi e di indagini, deve essere in grado di distinguere chi spaccia da chi ne fa uso. Questo non vuol dire liberalizzare ma decriminalizzare.

E’vero che siete intenzionati a presentare un disegno di legge per una nuova legge antidoping?
E’ allo studio una proposta in cui l’atleta che fa uso di doping deve rispondere alla giustizia sportiva ma non a quella ordinaria. Non è pensabile trattare l’atleta dopato, che spesso è poco più che un ragazzino, come un criminale. Sono convinto che sia proprio lui a prima vittima del sistema doping, per questo deve poter essere messo nella condizione di collaborare. Insieme al ministro per lo sport Melandri dobbiamo trovare una strada nella quale si riesca ad attivare un conflitto di interessi tra l’atleta ed il circuito del doping. Dall’ultimo rapporto dell’osservatorio internazionale sulle droghe di Lisbona è emerso un sostanziale aumento del consumo di droghe ed un crollo dei prezzi. In un contesto del genere dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e prendere atto che le politiche di repressione non funzionano. Di fatto, di anno in anno, assistiamo ad un sostanziale aumento dei consumi e dell’offerta. Per non parlare del crollo dei prezzi. In alcune zone di Napoli una dose di cocaina, la cosiddetta droga dei ricchi, è arrivata ad 8 euro al grammo. E’ chiaro che di fronte ad una strategia dei prezzi di questo tipo la nostra risposta non può limitarsi alla repressione. Senza contare che nel quinquennio 2001- 2005 il consumo di cocaina e di cannabis è raddoppiato.

Forse una politica di riduzione del danno, di informazione al consumatore, può aiutare ad arginare gli effetti.
Certo, dobbiamo cercare di valorizzare e dare gambe alle politiche di sperimentazione. Non esistono modelli di riduzione del danno preconfezionati, ognuno deve poter guardare al proprio territorio e alle proprie specificità all’interno di griglie e di politiche definite. Vengo da un colloquio con il mio collega olandese. Ecco, in Olanda ci sono unità di medici che vanno nelle discoteche, si fanno consegnare un campione della sostanza che gira quella sera, la analizzano e dopo qualche minuto fanno un annuncio descrivendone le proprietà, gli effetti e le misure di contrasto per alleviarli. In Italia una cosa del genere è impensabile, i medici verrebbero arrestati. C’è un boom delle nuove droghe sintetiche e degli alcolici tra i minori E’ un dato molto preoccupante. C’è una categoria di pubblicità di alcolici rivolta ad un pubblico giovane, anzi giovanissimo, che va assolutamente vietata. Peraltro si tratta di pubblicità ingannevoli nelle quali vengono offerti modelli vincenti pericolosissimi e falsi, tipo il messaggio che chi beve ha la donna più bella, ed è piu ”fico”, quando invece è noto che l’alcol ha effetti deprimenti proprio sull’attività sessuale.

Cosa dirà ai suoi colleghi che incontrerà qui a Strasburgo?
Io sono convinto che sia urgente, indispensabile, una politica condivisa di lotta al narcotraffico. Dobbiamo impegnarci a condurre una lotta senza quartiere contro i ”signori della droga”. Questo è il primo di quattro pilastri, quattro parole d’ordine, che devono orientare la nostra battaglia. Gli altri punti sono la prevenzione, la riabilitazione e la riduzione del danno.