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“Abbiamo messo al centro la regolazione del mercato della marijuana per attaccare cio’ che sostiene le organizzazioni criminali, perche’ questa e’ la linea del loro business”, ha detto Julio Calzada Mazzei, segretario nazionale della “Junta Nacional de Drogas” dell’Uruguay, davanti ad un auditorio di piu’ di quattrocento persone, concludendo la 11ma Conferencia Nacional sobre Políticas de Drogas, che si e’ tenuta lo scorso 29 e 30 agosto presso il Senato della Nazione, organizzata dall’associazione Intercambios.
La massima autorita’ sulla droga dell’Uruguay e’ andato appositamente alla Conferenza per spiegare agli argentini la decisione del proprio Paese per la regolamentazione del mercato della marijuana. “Secondo le Nazioni Unite, 320 milioni di dollari ogni anno servono per far fronte alle organizzazioni criminali, al mercato immobiliare, al mercato delle armi, tutti prodotti dal business delle droghe”, motivo per puntare all’obiettivo di attaccareil loro business.
Indagini sul consumo in Uruguay stimano che circa 120 mila persone consumano marijuana almeno una volta all’anno, 75 mila lo fanno una o due volte al mese e 20 mila quotidianamente. “Si tratta di un mercato totalmente senza regole e controllato dalle organizzazioni criminali. Dal convincimento che i problemi del consumo di droghe sono di natura sanitaria, abbiamo deciso di levare questi alti profitti alle organizzazioni criminali”.
Durante gli anni 2011 e 2012, a partire da una riforma delle istituzioni politiche perche’ fossero piu’ efficienti, l’Uruguay ha incrementato il volume di sequestro delle sostanze. “Pero’ riusciamo ad intercettare solo il 10% del mercato, lasciandone fuori la gran parte”, ha detto Calzada Mazzei, per il quale il modello proibizionista “propone una soluzione semplice, cioe’ il controllo penale e la coercizione”. Al contrario, la proposta uruguayana e’ completa, perche’ propone di arrivare “a legalizzare il mercato della marijuana per uso medico, terapeutico e ricreativo”.
Su come i mercati potrebbero reagire alla proposta dell’Uruguay, Calzada Mazzei ha detto: “Il mercato delle droghe e’ globale, per cui produce altrettanto effetto globale: se si restringe da una parte, si allarga dall’altro. Quando in Colombia hanno provato a regolamentarlo in parte, i mercati si sono spostati verso il sud. La cosa piu’ probabile e’ che la maggior parte del mercato si spostera’ altrove”.
Calzada Mazzei ha riconosciuto che la loro preoccupazione e’ che una parte della marijuana prodotta legalmente In Uruguay non finisca nel mercato nero di Brasile, Argentina o Cile. Per questo la regolamentazione prevede un registro dei consumatori, un limite di 40 grammi a persona e la vendita in farmacia. “Le farmacie in Uruguay hanno piu’ di cento anni di storia e oggi dispensano oppio, sostanza piu’ rischiosa della marijuana, Crediamo che questi prodotti di consumo non ordinario sia possibile regolametnarli in funzione dei parametri riferiti al loro uso, ai rischi e danni che possono produrre”.
Per la marijuana ci saranno le medesime norme che in Uruguay ci sono per le sigarette, tra cui il divieto di pubblicita’, il loro confezionamento generico e senza marche, e con informazioni sui rischi per la salute.
Ad una domanda sulle reazioni del governo argentino rispetto a questa iniziativa, il segretario generale della Junta Nacional de Drogas dell’Uruguay, ha detto di aver registrato “un atteggiamento molto rispettoso da parte di tutti i governi della regione”. Inoltre “una proposta come quella che stiamo sviluppando non provoca dubbi, anche nei piu’ ferventi difensori dello status quo. Ma siamo convinti che se continuiamo a fare sempre la stessa politica, niente cambiera’”.
La 11ma Conferencia Nacional sobre Políticas de Droga si e’ conclusa con un documento che ha preso in considerazione l’applicazione della legge sulla salute mentale.
Concludendo l’incontro, Graciela Touzé, presidente di Intercambios, ha ricordato le sfide dell’Argentina in materia di droghe: “La riforma della legge sugli stupefacenti, e’ stata dichiarata incostituzionale gia’ da quattro anni dalla Corte Suprema di Giustizia, ma su questo c’e’ un silenzio preoccupante. C’e’ una maggiore attenzione sanitaria e sociale sui problemi relazionati alle droghe, che comprende il Plan Nacional de Salud Mental e la discussione in Senato di un progetto per la creazione di un Piano Integrale per il trattamento dei consumi problematici, progetto che e’ gia’ stato approvato dalla Camera”.