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prop19splash-thumb-321x500.jpgA poco più di una settimana dal voto (il 2 novembre), i sondaggi continuano ad essere favorevoli alla legalizzazione, anche se lo schieramento contrario ha recuperato qualche punto negli ultimi quindici giorni. Secondo PollTracker.com, un sito che offre i risultati aggregati di tutti i sondaggi effettuati, al 22 ottobre la Prop 19 ha raccolto il 46.5% di consensi contro il 45.3% (il 47% di sì contro il 43%, al 7 ottobre).
Intanto, il dibattito si sta facendo rovente ed entra in campo il governo federale.  Se approvata, la Prop19 consentirebbe ai cittadini californiani maggiori di 21 anni la coltivazione e il possesso personale fino a un’oncia di marijuana, mentre le città e le contee potrebbero autorizzare la coltivazione e il commercio legali. La scorsa settimana il Procuratore Generale Federale Eric H. Holder jr ha dichiarato che il Dipartimento di Giustizia Federale perseguirà con rigore la coltivazione e la vendita di marijuana, anche se il referendum dovesse passare; questa settimana è la volta dello zar antidroga, Gil Kerlikowske, che il 20 ottobre ha iniziato un giro elettorale in California. Visitando un servizio per le dipendenze, lo zar ha predetto un aumento dei consumi, con conseguente aumento delle dipendenze da marijuana, in caso di vittoria della  Prop 19 .
Il danno della marijuana è uno degli argomenti favoriti degli oppositori, che hanno impostato una campagna terroristica simile alla famosa Refeer Madness degli anni trenta. Si sostiene perfino  che il referendum darebbe il via alla guida in stato di alterazione.
Ma la salute pubblica è anche uno degli argomenti dei favorevoli alla Prop19: se passasse, milioni di Americani potrebbero  usare una cannabis di sicura composizione. Proprio la sicurezza della sostanza sul mercato legale permetterebbe entro breve tempo di sgonfiare il mercato nero, come a suo tempo è accaduto dopo la fine della proibizione dell’alcol. Un studio condotto dalla RAND Corporation, appena uscito, calcola in 2 miliardi di dollari le perdite di profitto dei trafficanti di droga messicani in caso di legalizzazione. La Law Enforcement against Prohibition, un’associazione che riunisce più di 35.000 agenti di polizia e operatori della giustizia denuncia il silenzio degli oppositori circa il fallimento della proibizione. “I cittadini vogliono che la polizia li protegga, non che gli agenti perdano tempo dietro reati insignificanti di marjuana”, scrivono J.MacManara e S. Downing, due ex capi della polizia (Usa Today, 20 ott.)
Stephen Gutwillig, della Drug Policy Alliance (la più importante organizzazione che si batte per la riforma della politica della droga), risponde punto su punto allo zar antidroga: “La verità è che oggi la marijuana è meno cara, più potente e facilmente disponibile ai giovani di qualsiasi età..La metà di tutti gli arresti per droga è per reati minori di marijuana ma questo non influisce di una virgola né sulla domanda né sull’economia illegale”. Quanto al rischio di dipendenza, “la marijuana è molto meno additiva dell’alcol e delle sigarette” – aggiunge Gutwillig – senza contare che “la maggioranza dei consumatori di cannabis è in trattamento semplicemente perché presi dalla polizia, il 57% secondo i dati federali”.
Comunque vada a finire, la California ha già deciso di ammorbidire la proibizione della cannabis.  Il 7 ottobre, il governatore Arnold Schwarzenegger ha firmato una legge che riduce il possesso di marijuana fino a 28.5 grammi a semplice infrazione, punibile con una multa di 100 dollari, senza alcun procedimento giudiziario né problemi di fedina penale. La legge entrerà in vigore il 1 gennaio 2011.
“In questi tempi di drastici tagli alle spese della giustizia e della polizia, non possiamo permetterci di spendere le limitate risorse che abbiamo perseguendo gli illeciti per marijuana”, ha dichiarato il governatore. Proprio lo stesso argomento dei sostenitori di Proposition 19.
(a cura della redazione)