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Il 4 novembre 1989 Kerry Wiley, trentacinquenne insegnante di informatica allora in anno sabbatico, fu arrestato a Kuala Lumpur, Malaysia, per possesso di marijuana. Era accusato di aver spedito a se stesso dalla Tailandia un pacco contenente marijuana. La polizia, dietro indicazione di un informatore, perquis il suo appartamento, dove trov altra marijuana. Kerry Wiley fu accusato di detenzione di oltre 500 grammi di cannabis. Larticolo 39b della “Legge sulle droghe pericolose” del 1983 prevede che il possesso di pi di 200 grammi di cannabis venga punito con la morte per impiccagione. Una parte particolarmente raggelante di questa legge recita: “In ogni procedimento istruito ai sensi di questa legge, gli articoli della legge saranno letti e interpretati in modo tale da rispettare le finalit di questa legge, a prescindere da qualsiasi ambiguit, impropriet di linguaggio o altri difetti o debolezze che vi possano essere contenuti…”.

Pi di cento persone sono state impiccate in Malaysia in conseguenza di questa legge. Proprio lestate precedente erano stati impiccati otto giovani residenti a Hong Kong.

La legge non prevede la libert su cauzione. Laccusato pu trovarsi ad aspettare da due a cinque anni prima del processo. Al momento del processo Kerry aveva gi trascorso pi di un anno nella sovraffollata prigione di Pudu. Dormiva su una coperta stesa su un pavimento di cemento in una piccola cella condivisa con molti altri prigionieri, e si lavava con acqua sporca. Mentre la dieta per gli altri prigionieri era a base di riso, a lui fu riservata una dieta composta quasi esclusivamente di patate, probabilmente perch era cittadino americano. Il suo stato nutrizionale era cattivo e, come era prevedibile, i denti gli si stavano rovinando. Non deve quindi sorprendere che fosse entrato in una forte depressione.

A 12 anni, durante una passeggiata solitaria sulle montagne di Saint Jacint la vigilia di Natale, Kerry era scivolato ed era caduto da oltre 10 metri sulle rocce sottostanti. Fu ritrovato solo la mattina dopo. I titoli dei giornali descrissero il suo salvataggio come un “miracolo di Natale”, ma a lui restarono gravi lesioni disabilitanti e dolorosi spasmi muscolari alla spalla e al braccio sinistri. Negli anni successivi gli furono somministrati diversi analgesici, nessuno dei quali risult davvero soddisfacente. Kerry si trov a un certo punto dipendente da uno di questi oppio-derivati.

Come molte altre persone, tra cui vittime di quadriplegia, paraplegia e sclerosi multipla, Kerry, ormai giovane adulto, scopr che la cannabis era molto pi efficace nel lenire il tipo di dolore di cui soffriva di tutti i farmaci che i dottori gli avevano prescritto, e che inoltre aveva minori effetti collaterali. Inizi a usarla regolarmente e, come chiunque altro debba ricorrere a farmaci per alleviare dolori e spasmi muscolari, cerc di averne sempre a disposizione. Non esistono prove che egli ne abbia mai abusato n che ne abbia venduta.

La prima volta che venni a conoscenza del suo caso fu quando, nel febbraio 1990, ricevetti una telefonata da sua madre, la dottoressa Helen Wiley, una psicologa di Sacramento, California, ormai in pensione. Helen una donna notevole che, tra laltro, ha trascorso otto mesi da sola in un albergo di Kuala Lumpur per aiutare suo figlio nella difesa. Mi chiam perch aveva letto “Usi medici di droghe illegali”, un capitolo che James B. Bakalar ed io avevamo scritto per il volume “Dealing with Drugs”. Helen riteneva che, se lo avessi riscritto in forma di “dichiarazione giurata”, quel testo avrebbe potuto essere utile al processo. Le risposi che per la difesa di suo figlio era necessario molto di pi e la misi in contatto con Ramsey Clark, ex Procuratore generale degli Stati Uniti. Poco dopo Ramsey and in Malaysia e parl con lavvocato malaysiano di Kerry. Ramsey e io ritenevamo che una difesa basata sulla necessit medica fosse la migliore e forse unica strada per scongiurare una tragica ingiustizia. Comprensibilmente, Karpal Singh, lavvocato malese, era scettico, dato che in Malaysia una simile linea di difesa non era mai stata tentata.

Quando arrivai in Malaysia, la difesa di Kerry era passata nelle mani di un altro avvocato, Mohammed Shafee Abdullah. Shafee era riuscito a impedire che la marijuana che Kerry avrebbe spedito a se stesso dalla Tailandia fosse tecnicamente ammessa come prova; ma la cannabis trovata nel suo appartamento (265 grammi) era comunque abbastanza per farlo condannare a morte.

Arrivai a Kuala Lumpur il luned 10 dicembre 1990. Lo stesso giorno visitai Kerry nella prigione di Pudu per tre ore, e poi di nuovo per due ore e mezzo il mercoled 12 dicembre. Prima di visitarlo avevo avuto la possibilit di esaminare le radiografie della sua spalla e braccio sinistri: lomero non era adeguatamente guarito. Durante la visita mi fu evidente che Kerry aveva degli spasmi muscolari allinterno e intorno allarea del deltoide della spalla sinistra. Gli spasmi, secondo me, dovevano essere molto dolorosi, ma Kerry disse che il dolore non era terribile dato che aveva fumato cannabis giusto poco prima di essere portato nella stanza in cui si svolgeva la visita. Restai sorpreso:

“Prendi marijuana qui dentro?”.

” la sola cosa che controlla il dolore e gli spasmi”.

“Ma come te la procuri?”.

“In tutta la Malaysia la prigione di Pudu il posto in cui pi facile procurarsi marijuana. Le guardie stesse la vendono ai detenuti”.

Una volta ripresomi dallo sbigottimento, mi resi conto che si trattava di una cosa molto plausibile: vendendo marijuana le guardie non solo guadagnano denaro extra, ma si rendono anche il lavoro pi facile; chi sotto leffetto della cannabis generalmente pi tranquillo e non ha comportamenti violenti. Mi chiesi fino a che punto questo avvenisse anche nelle carceri americane. Parlai anche con lo psicologo del carcere che aveva seguito Kerry per la sua depressione e passai poi molte ore con Shafee per preparare una linea di difesa basata sulla necessit medica, di cui Shafee non aveva esperienza. Questo uomo affabile e brillante organizz per me, la sera di gioved 13 dicembre, una conferenza con un gruppo di importanti medici e avvocati malesi. Parlai della grave confusione contenuta nel concetto malese di “dadah”, un termine generico che tratta oppiacei e cannabis come se fossero la stessa identica cosa. La maggior parte delle mie osservazioni si riferivano alla storia dellutilizzo farmacologico della cannabis. Iniziai precisando come il lavoro del dottor W.B. OShaughnessy, pubblicato nel 1839, fosse basato proprio sullo studio delluso farmacologico della cannabis tra indiani e malesi. Raramente mi era capitato di parlare a un pubblico cos interessato alla cannabis. Sembravano assetati di informazioni aggiornate, attendibili e realistiche su questa sostanza.

Fui chiamato in aula alle 9 di mattina di venerd 14 dicembre. Il giudice Shaik Daud Ismaill, che presiedeva senza giuria, espresse subito la sua irritazione per la mia presenza chiedendo a Shafee, che cercava di presentarmi: “Perch ha fatto venire questuomo fin dallaltra parte del pianeta a testimoniare, quando gi stato appurato che laccusato era in possesso di 265,7 grammi di cannabis e quando la pena per questo reato chiaramente stabilita?”.

Shafee spieg quindi la nozione di necessit medica e, quando il giudice ebbe accettato a malincuore di farmi testimoniare, si pass allinterrogatorio diretto. Come molti altri durante la conferenza della sera precedente, il giudice si fece sempre pi interessato alluso farmacologico della cannabis in generale, e al suo uso da parte di Kerry in particolare. La deposizione termin alle 11,50 della mattina. Il giudice chiese allora al pubblico ministero se i dieci minuti che rimanevano prima della pausa per le preghiere di mezzogiorno fossero sufficienti per il controinterrogatoro. La risposta fu: “Oh no, signore! Ci vorranno due o tre ore per tirare fuori la verit dal dottor Grinspoon”. Avevo gi sentito dire da molti che il pubblico ministero, Abdul Alim Abdullah, era convinto che la sua carriera avrebbe tratto vantaggio dallimpiccagione del primo cittadino americano in virt dellarticolo 39b.

In aula, tutti furono sorpresi dalla prima domanda che mi fece dopo la pausa. Mi chiese se, al momento di completare le formalit di ingresso in Malaysia, avessi dichiarato che entravo nel Paese per lavoro o per piacere. Risposi:

“Per lavoro”.

“E qual il suo lavoro qui, dottor Grinspoon?”.

“Il mio lavoro quello di vistare il paziente e comparire come testimone in questo processo”. Mi interruppe per dire: “Vuol dire come accusato! E quante volte ha visitato limputato?”.

“Due volte”.

“Quanto sono durate queste visite?”.

“Cinque ore e mezzo”.

“Bene. E adesso lei far cortesemente vedere alla Corte lautorizzazione scritta rilasciata dal ministero della Sanit, necessaria a tutti gli stranieri che vogliano fare una visita medica a un prigioniero in Malaysia”.

Stupefatto, dissi che non sapevo niente di questa legge. Era chiaro dalle loro reazioni che neanche Shafee e il giudice ne sapevano niente. Alim disse allora che mi avrebbe incriminato e arrestato per questa violazione. Il giudice, dopo aver letto una pagina da un libro di legge che Alim port al banco, si accert dellesistenza di quella legge. Esit e poi disse: ” nel suo diritto arrestare questuomo adesso, ma chiaro che se lo fa non sar poi in grado di controinterrogarlo, e lei ha detto che le servivano due o tre ore di controinterrogatorio”.

Alim, dopo una breve conversazione con il capo di un piccolo contingente di uomini in uniforme, decise di sospendere lincriminazione e di controinterrogarmi.

Aveva una lunga lista di domande, che sbarrava una dopo laltra. Pi domande faceva, pi terreno perdeva. Alla fine, esasperato, disse: “Dottor Grinspoon, tutto quello che lei ha detto riguardo alle capacit della cannabis di lenire dolori di uno o laltro tipo deriva da articoli o pubblicazioni. Qual stata la sua esperienza diretta?”.

In risposta, dissi alla Corte che mio figlio, che soffriva di una leucemia linfocitica, aveva tratto dalla marijuana uno straordinario sollievo alla tremenda nausea e al vomito provocati da alcune chemioterapie anticancro. Come disse poi qualcuno dellAmbasciata: “In quellaula non si sentiva volare una mosca”.

Mentre parlavo, il pubblico ministero cominci a sfogliare rumorosamente delle carte. Il giudice, molto interessato alla mia storia, alz la voce e disse: “Dottor Alim, sta ascoltando cosa dice il dottor Grinspoon? Ha capito cosa sta dicendo? Vuole che ricominci dallinizio?”.

Alim smise di far frusciare carte. Quando, terminai fece ancora alcune domande e poi smise di colpo, nonostante avesse formulato solo due terzi delle domande che aveva in lista. Confabul poi con alcune persone del governo, tra cui gli uomini in uniforme menzionati sopra. Sembrava chiaro che stavano decidendo se arrestarmi o no. Alla fine disse al giudice che aveva finito il controinterrogatorio, e la Corte si sciolse.

Eravamo abbastanza sicuri che, dati i suoi commenti durante il controinterrogatorio, il giudice non avrebbe inflitto a Kerry la pena di morte. Ritenevamo anche che Alim avesse deciso di non arrestarmi perch la pubblicit avrebbe potuto ulteriormente danneggiare il suo caso (o lui stesso).

Tuttavia, mentre ci stavamo preparando a lasciare laula, Allen Kong, consigliere legale dellAmbasciata degli Stati Uniti, disse a Shafee e a me che non ero ancora fuori pericolo, che Alim (il governo) poteva arrestarmi quella notte allaeroporto di Subang mentre stavo per lasciare il Paese. Disse anche che sarebbe stato saggio da parte mia distruggere qualsiasi documento che non avessi voluto far cadere nelle mani di Alim e mi diede un numero di telefono a cui avrei potuto chiamarlo. Quella sera Shafee mi accompagn allaeroporto, dove ottenne un distintivo della sicurezza aeroportuale, rimase con me alla dogana e al controllo passaporti, senza mai lasciare il mio fianco fino a che non si chiuse la porta dellaereo.

Il giudice emise la sentenza il 17 gennaio 1991. Disse che “nel bilancio delle probabilit, laccusato aveva esibito prove sufficienti a dimostrare che la cannabis era per uso personale”, specificamente “per alleviare il dolore procurato dalle ferite che aveva sofferto nella caduta in montagna”. Gli furono dati cinque anni di prigione, di cui restavano da scontare 26 mesi e, come pena addizionale e obbligatoria, dieci colpi di “rattan”. La frusta usata in Malaysia particolarmente crudele e infligge alla vittima limitazioni motorie e dolori per il resto della sua vita. Era necessario fare appello contro la sentenza.

Dietro consiglio di Ramsey Clark, scrissi al Primo Ministro, che era un medico. Pregai Mr. Mohamad Mahathir di risparmiare a Kerry il rattan. Gli ricordai che il rattan usato in Malaysia taglia fino al periostio delle ossa della colonna vertebrale e, di conseguenza, procura alla vittima fortissimi dolori, specialmente quando siede o sta sdraiato sul dorso, per il resto della vita. Era proprio perch soffriva di dolori cronici che Kerry Wiley aveva iniziato a usare marijuana. Aveva senso imporgli un ulteriore aumento di dolori cronici? Mohamad Mahathir non rispose mai alla mia lettera, ma molti mesi dopo, il 23 febbraio 1993, mentre il ricorso in appello era ancora in attesa di essere discusso, Kerry fu fatto discretamente uscire di prigione. Non aveva finito di scontare i 26 mesi di pena e il rattan non gli era stato inflitto.

Quando torn negli Stati Uniti, Kerry Wiley era un uomo distrutto. Era in cattivo stato di salute e aveva perso tutti i denti. Si appart completamente e non riprese mai linsegnamento.

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