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Madrid, 22 gennaio 2007 – Una fiera in piena regola per la marihuana e i suoi derivati. Si chiama Highlife e si svolge a l’Hospitalet de Llobregat (Catalogna; nordest del paese), dove quest’anno ha attirato oltre 18000 persone con stand che vendono semi di cannabis, attrezzature per la coltivazione casalinga e forniscono consigli su come far germogliare le piante in condizioni poco favorevoli come negli appartamenti. “Niente che non sia legale”, ha assicurato il ‘papà’ della mostra-mercato della marihuana, Sergio Martinez. O almeno, ‘nulla di illegale’. Perché manifestazioni di questo genere si avvalgono dei vuoti giuridici, più o meno volontari, che le legislazioni lasciano ai consumatori della canapa indiana. La giurisprudenza spagnola qualifica come illegale la produzione e distribuzione del Thc, la sostanza contenuta dalla marijuana che le conferisce effetti psicotropici. Ma non i semi della pianta, che non contengono Thc. Esiste così un mercato ‘non-illegale’ dei semi, che ha permesso anche lo sviluppo di una fiorente industria. Dalla fiera assicurano infatti che sempre più gente vuole fumare ‘erba’ senza dover entrare nel circuito dello spaccio. Motivo che induce le persone dedite al consumo regolare della marihuana a coltivare le piante nelle proprie abitazioni con l’aiuto di tecniche di coltivazione che realizzano selezioni di semi sempre più accurate per sviluppare tipologie di marihuana capaci di rendere al massimo anche indoor. La selezione permette inoltre di differenziare il prodotto anche in base ai gusti e al portafoglio del fumatore. Imprese di varia origine, ma soprattutto olandesi, paese che ospita le compagie più grandi del settore, distribuiscono i semi in bustine da 10 unità che possono costare da un minimo di 14 fino a 140 euro. E, rivela Lucia Van Gasteren, manager dello stand dell’azienda High Quality Seeds, esistono differenti mercati in base alle proprietà della marihuana. In Svizzera e in Olanda ad esempio si prediligerebbero varianti ‘forti’, ovvero con un alto contenuto di Thc, mentre in Spagna si tenderebbe a preferire erba più leggera. Destroyer, Thai fantasy, White Whidow: sono solo alcuni delle decine di nomi che indicano le differenti qualità. Ma non si tratterebbe solo di una scelta di marketing. Franco Lojacono, rappresentante della Green House Seed ricorda che l’uso terapeutico della marihuana “può aiutare a vivere meglio” e i medici avrebbero “la mente più aperta” verso l’uso della marihuana a scopo palliativo. E la ricchezza di tipologie permette di adattare le caratteristiche della pianta ad un ampio spettro di malattie: più forti per chi si sottopone a chemioterapia, più blande per chi soffre di malattie che causano tremore.