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Torino si prepara ad essere la prima citta’ d’Italia a sperimentare le ‘narcosale’, cioe’ spazi gestiti dalle strutture sanitarie pubbliche e messi a disposizione dei tossicodipendenti per assumere sostanze in maniera sicura e controllata, persone, pero’, che hanno deciso di curarsi e intraprendere un percorso di recupero. L’obiettivo, sul modello di Barcellona, e’ quello di ‘intercettare’ i fruitori di droghe, riducendo anche il consumo in luoghi pubblici. L’accordo in tal senso e’ stato raggiunto dalla maggioranza di centrosinistra in Consiglio comunale: Verdi, Rifondazione comunista, Italia dei valori e Ulivo, ma anche buona parte della Margherita, hanno infatti sottoscritto una mozione che impegna il sindaco del capoluogo piemontese, Sergio Chiamparino, a varare le ‘narcosale’ d’intesa con la Regione e le Asl. Tutti, infatti, sono d’accordo sul fatto che “qualcosa ormai in questo senso bisogna fare”.
La notizia e’ stata anticipata da ‘La Stampa’ oggi in edicola.
L’opposizione annuncia “lotta dura” gia’ in commissione, con un contro documento, ma l’opposizione non sembra in grado di fermare l’iniziativa.
Perplesso sull’utilita’ delle ‘shooting rooms’ Paolo Jarre, direttore del dipartimento di Patologia delle dipendenze dell’Asl 5 di Torino, che al quotidiano torinese dice: “E’ come se qualcuno proponesse un consulente matrimoniale a un cliente che sta abbordando una prostituta”.
Proprio per l’istituzione di una narcosala a Torino e’ in corso una raccolta firme presso la sede universitaria delle facolta’ umanistiche organizzata dai Radicali Italiani.

Fa discutere la proposta contenuta in un documento sottoscritto da una ventina di consiglieri comunali, di sperimentare a Torino le ‘narcosale’ per chi fa uso di stupefacenti. Contro la proposta scende in campo il presidente provinciale di An, Agostino Ghiglia, che boccia l’iniziativa come ‘proposta delirante e criminale’

‘E’ triste vedere che a Torino le istituzioni non investano nemmeno un euro in programmi di prevenzione e recupero ma si limitino a distribuire a carissimo prezzo le siringhe ai tossicodipendenti (kangoo) e, ora, cerchino di accompagnarli ad un buona morte, pulita’ sottolinea in una nota osservando che le narcosale sono ‘un’ idea antiumana, disgraziata e criminale, fatta da persone che non conoscono il mondo della droga, che non hanno mai operato in comunita’ di recupero, che seguono ottusamente ideologie ignoranti e libertarie’.

‘Sappia Chiamparino che la sua ‘provocazione’ non passera’ perche’ ci opporremo in qualsiasi modo per impedirlo… anche solo facendo appello all’ala moderata della sua coalizione che, forse, almeno sul valore della vita recuperera’ un po’ di dignita”.

“Altro che sindaco sceriffo. Chiamparino e’ un sindaco spacciatore. E’ aberrante e illegale il progetto di creare a Torino delle stanze del buco per distribuire droga di Stato o comunale”. E’ quanto afferma Maurizio Gasparri (An), che prosegue: “L’ipotesi avanzata dall’amministrazione della citta’ piemontese- prosegue il parlamentare- e’ in contrasto con la legge. Contro questo tentativo non solo presentero’ un’interrogazione al governo, ma anche un esposto alla magistratura. Chiamparino si finge sceriffo, ma in realta’ vuole alimentare il gorgo della disperazione della droga, che si combatte con la prevenzione, la repressione e con il recupero.
Creando comunita’, non dando droga di Stato”.
Secondo Gasparri, “l’ipotesi avanzata dai consiglieri comunali di Torino e dall’amministrazione di sinistra della citta’ non e’ attuabile perche’ in contrasto con la legge”. Piu’ che uno sceriffo, conclude l’esponente aennino, “Chiamparino sembra essere, insieme a tutti coloro che condividono questa ipotesi, un candidato al carcere insieme agli spacciatori”.

“Torino non deve diventare una citta’ laboratorio delle stanze del buco. E’ inutile chiamarle “narcosale”, con linguaggio scientifico, per mascherare la sostanza: la realta’ e’ che il Comune vuole legittimare la somministrazione di eroina”. E’ l’opinione di Stefano Allasia, deputato della Lega Nord e segretario provinciale del Carroccio a Torino, convinto che questa sperimentazione sia “del tutto estranea al progetto di prevenzione, cura e recupero che dovrebbe essere a cuore a una buona amministrazione e non e’ certamente una priorita’ per i piemontesi. La Lega Nord- incalza- e’ assolutamente contraria”.

“Chiamparino e compagni pensino a tutelare la salute dei cittadini, non a promuovere per i tossicodipendenti un lento suicidio assistito”.