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Intervistato ieri da “La Stampa”, Ernesto Olivero (grande capo del Sermig), alla domanda “Le narcosale possono essere utili?” risponde così: “Non voglio la droga di Stato. Voglio dei centri di recupero seri, con persone capaci di far riprendere il sogno».
Gli esponenti radicali torinesi Giulio Manfredi e Domenico Massano gli rispondono cosi’:

“Le narcosale sono centri socio-sanitari dove il consumatore si inietta, sotto controllo medico e in condizioni igieniche accettabili, la dose acquistata fuori, nel mercato nero, la droga dello Stato proibizionista. La distribuzione del farmaco eroina sotto controllo medico è un’altra cosa, non è fatta nella narcosala.
E’ grave che una persona autorevole come Ernesto Olivero non sappia o finga di non sapere la differenza fra narcosala e somministrazione controllata di eroina, come era grave che il sindaco Chiamparino giocasse su tale confusione per affossare, complice il ministro Livia Turco (e con l’altro ministro responsabile, Paolo Ferrero, colpevolmente inerte), l’istituzione di una narcosala a Torino.
D’altronde, Olivero è coerente: dieci anni fa non voleva nemmeno che il pulman “Cango” per la riduzione del danno sostasse vicino al Sermig.
Siamo d’accordo con Olivero, invece, sul fatto che l’esercito non risolve alcun problema; dopo l’ intervento a Parco Stura, siamo al punto di partenza; i consumatori si sono sparsi nei quartieri, i cittadini protestano, gli spacciatori intascano. Domenica pomeriggio abbiamo constatato di persona come al mercato di Porta Palazzo, sgombro dai banchi di frutta e verdura, fervessero gli scambi fra spacciatori e tossicodipendenti, con grida, rincorse, liti fra consumatori per accaparrarsi una siringa.
Di fronte a tutto questo, a quando un tavolo comune fra forze dell’ordine e operatori sanitari per coordinare gli interventi?”.