Questo l’intervento del sottosegretario Alfredo Mantovano alla 68esima sessione della Commission on Narcotic Drugs dell’ONU, a Vienna (potete scaricarlo qui in formato pdf).
Un intervento inutilmente retorico che parla di “vuoto” e di “nulla”, di “nozioni distorte di libertà”, che evoca azzardate correlazioni fra legalizzazioni della cannabis e crisi del fentanyl (mai uno che leggesse la letteratura, eh?) alla ricerca disperata di una qualche argomentazione solida.
Perchè lo stesso discorso di Mantovano dimostra l’assoluta inadeguatezza delle politiche repressive nell’affrontare efficacemente il “problema mondiale della droga”. È tutto sbagliato, sono 64 anni che non funziona, ma il novello crociato Mantovano vuole insistere.
Ascoltate bene. L’Italia è tornata al fronte, anzi in prima linea come tiene a chiudere il plenipotenziario di Meloni, nella ormai marcescente war on drugs. Si allinea a Russia e Cina, e al nuovo disordine mondiale voluto dagli Stati Uniti.
Venerdì, insieme a Meglio Legale e a La Società della Ragione, Euronpud, Associazione Luca Coscioni, NORML, Releaf Malta e Deutsche Hanfverband Forum Droghe promuove un side event su droghe e guida, cercando di conoscere le esperienze dei paesi che hanno legalizzato.
Come sempre Fuoriluogo.