Questa mattina alle 9 verrà discussa in udienza camerale la perizia medico-legale e tossicologica sulla morte di Federico Aldrovandi. Il lavoro dei periti dell’Asl di Torino, Roberto Testi ed Emanuele Bignamini verrà dibattuto di fronte alle parti e al gip Silvia Giorgi.
Dalle 34 pagine dei periti si dovranno capire le cause della morte di Federico e fare chiarezza sulle conclusioni contrastanti delle precedenti consulenze tecniche.
Secondo quella disposta dalla famiglia del ragazzo, infatti, la cause del decesso sarebbero riconducibili ai metodi di contenimento usati dai quattro poliziotti intervenuti in via Ippodromo la notte del 25 settembre. Secondo i tecnici della procura, invece, la morte sarebbe riconducibile a un mix letale di droghe alcol e stress psicofisico.
La perizia scarterebbe tra le ipotesi che possono aver condotto al decesso le percosse subite e le droghe assunte dal ragazzo. La morte – secondo i periti – sarebbe da addebitare a ipossia, un’improvvisa insufficienza della funzione cardiorespiratoria, un evento clinico che la casistica specializzata individua come “excited delirium syndrome”, uno stress fatale che ne avrebbe provocato l’eccessiva reazione del cuore. Se sono escluse le droghe e le percosse, altrettanto non si può dire della posizione di compressione toracica alla quale Federico fu sottoposto per diversi minuti, una possibilità sulla quale la perizia lascerebbe campo libero alle valutazioni. Una conclusione che lascia aperte le ipotesi e soprattutto una su tutte: è stato determinante l’intervento dei quattro agenti (indagati per omicidio preterintenzionale) nel tragico epilogo della vicenda?
Proprio sul nesso di causalità tra la colluttazione e la morte del diciottenne, si gioca l’eventuale responsabilità dei quattro agenti, indagati per omicidio preterintenzionale.
Questa mattina sulle risultanze dell’incidente probatorio il pm Nicola Proto potrà valutare le responsabilità in gioco e decidere per l’archiviazione o il rinvio a giudizio.