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In attesa dell’udienza preliminare fissata per il 20 giugno, il caso Aldrovandi subisce un altro scossone. Questa volta relativo alla fase delle indagini. La mancata acquisizione nei tempi dovuti di reperti di sostanza ematica e del foglio originale di intervento del 113 ha scatenato il balletto delle reazioni, a cominciare da quelle indignate della famiglia di Federico.

“Temiamo che ci sia stato un tentativo di posticipare l’incontro degli agenti con mio figlio – sospetta Patrizia Moretti- e quelle tracce di sangue potrebbero dimostrare che la colluttazione è andata e iniziata in modo diverso”. “Perché – incalza l’avvocato Fabio Anselmo – i dischi di carta assorbente con il sangue non sono stati consegnati immediatamente? Dove erano le macchie di sangue? Siamo esterrefatti da come siano emerse circostanze di tale gravità”. Tutti interrogativi che “lasciano discutere la credibilità e l’efficacia di parte delle indagini”, aggiunge l’altro legale della famiglia Riccardo Venturi. “Di fronte a queste novità – riprende Anselmo – siamo sicuri che sicuramente il procuratore capo della Procura di Ferrara avrà aperto un fascicolo sulla vicenda, sicuramente avrà disposto rapide indagini a 360 gradi come a suo tempo aveva promesso”.

Circostanze che non hanno potuto che provocare stupore anche tra i difensori degli agenti. “Chi ha modificato il brogliaccio dovrà spiegarne i motivi”. È la laconica dichiarazione di Giovanni Trombini, avvocato della difesa la cui richiesta ha di fatto messo in luce i mancati inserimenti nel fascicolo delle indagini. Trombini non ritiene comunque quanto emerso di rilievo per la ricostruzione della vicenda. “Il brogliaccio, seppur corretto – spiega – alla fine riporta lo stesso orario della richiesta di intervento”.

“Spero che il 20 giugno – replica Patrizia Moretti – emergano tutte le verità rimaste fino ad ora nascoste. Chiediamo la verifica dell’operato della questura e di parte della procura relativamente all’inizio del caso. Riteniamo che le urla sentite dai residenti di via Ippodromo fossero dovute all’incontro con una pattuglia prima dell’indicazione ufficiale: cosa sia successo veramente ce lo devono ancora raccontare”.