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(Estense.com) È il giorno della verità per la famiglia di Federico Aldrovandi. Questa mattina in tribunale, a porte chiuse, si troveranno le parti e il pm davanti al giudice Silvia Migliori per l’udienza preliminare. Dopo aver esaminato il fascicolo delle indagini, il gup deciderà se accogliere la richiesta del pm di rinvio a giudizio per i quattro agenti di polizia indagati per l’omicidio colposo del ragazzo oppure se pronunciare sentenza di “non luogo a procedere”, nel caso ritenga gli elementi acquisiti insufficienti, contradditori o non idonei a reggere l’accusa in giudizio. Se riterrà invece fondata l’accusa, disporrà con decreto il rinvio a giudizio.
In entrambi i casi la decisione ha funzione procedurale, indicando semplicemente se l’iter processuale si deve arrestare o in alternativa proseguire verso il giudizio dibattimentale.
Le parti sono attese per le 9 nell’aula. Da quanto si apprende i quattro agenti imputati (Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri) non dovrebbero essere presenti e non chiederanno riti alternativi, optando invece per il rito ordinario.
I quattro agenti intervenuti sono imputati di omicidio colposo per una condotta che avrebbe travalicato i limiti del legittimo intervento in almeno tre circostanze: non aver richiesto l’intervento del 118, aver percosso il ragazzo per vincerne la resistenza (arrivando a rompere due manganelli) e continuando anche dopo averlo immobilizzato. Infine non aver prestato le prime cure al giovane che in più occasioni – raccontano le testimonianze – aveva invocato aiuto, ma mantenendo al contrario il ragazzo, ormai agonizzante, in posizione prona ammanettato, rendendone così difficoltosa la respirazione. Fino alla morte per ipossia.