Tempo di lettura: 3 minuti

Sulle droghe, il tempo ci ha dato purtroppo ragione: la legge 49 e le scelte governative  hanno dato i loro frutti avvelenati. Il 2010 si apre con una doppia pesante eredità, che emblematicamente porta il nome di Stefano Cucchi: un ragazzo detenuto per la legge sulla droga, come migliaia di altri (30.528  nel 2008, il 33% dei detenuti!), un ragazzo morto per disprezzo, accanimento e indifferenza delle istituzioni, come altri che, a differenza di Cucchi, sono rimasti invisibili. Quando dicevamo che una brutta legge, liberticida, e una brutta cultura, iperpenalista, avrebbero non solo riempito le carceri ma anche creato un humus per il decadimento del rispetto e dei diritti, facevamo una facile profezia. Che si porta dietro, con dura coerenza,  molto altro: i test sui lavoratori secondo una normativa non garantista né scientificamente accettabile; la delegittimazione della riduzione del danno come approccio pratico per un consumo meno rischioso; la svalutazione dei servizi pubblici e il contenzioso con le Regioni; la repressione dei contesti giovanili in cui è (sarebbe) invece utile e possibile incontrare chi consuma e lavorarci insieme (basti ricordare, tra tutti, l’attacco al festival Rototom). Per finire con la candidatura dell’Italia a gendarme europeo delle politiche Onu, e perfino a un suo sorpasso proibizionista delle stesse timide aperture internazionali.

In  questo  scenario,  l’assemblea di Forum Droghe, il 16 gennaio prossimo, a Firenze –  come sempre non mero rituale associativo, ma luogo aperto di riflessione, confronto e iniziativa –  avrà il compito di rilanciare. L’esperienza degli ultimi tre anni, da quando è apparso chiudersi nel medio periodo l’orizzonte politico e pragmatico di una riforma della legge 49, ha evidenziato la centralità della produzione indipendente, allargata e “dal basso” delle pratiche, della ricerca, del sapere, della formazione e di una cultura sociale sulle droghe alternative a quelle istituzionalmente dominanti. Una centralità che non rimane  universo di schegge e prassi mute, quando riesce a farsi “discorso” sociale, a produrre reti,  dialoghi inediti tra soggettività diverse, a  conquistare credibilità e parola. Che in questo scenario a tinte fosche,  pure la riduzione del danno italiana abbia tenuto e innovato nonostante tutto; che a fronte del silenzio istituzionale, i dati dell’applicazione della Fini Giovanardi stiano circolando (dalla ricerca universitaria indipendente al Libro Bianco di Forum droghe e Antigone); che si moltiplichino occasioni  di formazione capaci di garantire culture e pratiche altre; che esista una rete fitta di operatori che conducono  una quotidiana “critica pratica” a ciò che confligge col discorso ufficiale:  bene, questo è il primo bagaglio con cui ripartire.

Il secondo è quello dei diritti e del rispetto, perché se la legge è  liberticida ma vigente,  e non siamo in grado oggi di riformarla, l’attenzione e la voce sui danni che produce vanno tenute alte, altissime: non solo “dopo” le tragedie  – e “verità e giustizia” per Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino, Stefano Cucchi sono obiettivo irrinunciabile; ma per produrre un osservatorio “inesorabile” nella produzione di dati e conoscenza, nell’informazione indipendente: le condizioni carcerarie e i test sui lavoratori sono due tra i punti di massima attenzione. Sul carcere, poi, oltre la denuncia vigile è urgente  lavorare per un’alternativa. Non quella bugiarda del governo, che con una mano dice che la pena serve alla terapia, e con l’altra abbatte il numero dei tossicodipendenti che accedono alle misure alternative; ma una vera, un progetto straordinario di de-carcerizzazione che si contrapponga, nello spirito e negli investimenti, al delirio governativo sull’edilizia penitenziaria. E infine, la dimensione internazionale, su cui l’associazione nel 2009 ha molto lavorato, perché c’è una realtà in movimento da far conoscere e con cui allearsi. Per questo, l’assemblea del 16 gennaio sarà aperta dalla presentazione, del  Rapporto Droghe e democrazia, verso un cambio di paradigma, in cui personalità sudamericane propongono e argomentano una ipotesi di riforma delle politiche globali sulle droghe.

Info e materiali per l’assemblea di Firenze del 16 gennaio su www.fuoriluogo.it