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Durante la conferenza “Dealing with Drugs II” tenutasi a Varsavia la scorsa settimana, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, ha lanciato un appello per una riforma nelle politiche sulle droghe, centrata sui diritti umani. Türk ha evidenziato il fallimento di criminalizzazione e proibizionismo, che non hanno ridotto né l’uso di droghe né il crimine correlato, aggravando la situazione per le comunità più vulnerabili.

Con l’aumento globale della produzione di sostanze illecite, come il fentanyl in Nord America e l’oppio in Afghanistan, Türk ha proposto un cambiamento radicale: politiche basate sulla salute pubblica e misure di riduzione del danno. Tra le priorità ci sono accesso a cure volontarie, decriminalizzazione e reintegrazione sociale. Secondo Türk, favorire l’educazione e l’inclusione sociale porta a una riduzione del consumo di droghe e delle problematiche correlate, a partire dalle infezioni per malattie transmissibili.

L’Alto Commissario ha sottolineato l’importanza di coinvolgere chi è direttamente colpito dalle politiche sulle droghe nella loro formulazione. “La guerra alla droga è fallita completamente e inesorabilmente”, ha dichiarato, ribadendo che porre al centro le persone, anziché la punizione, salva vite umane e promuove la dignità.

Questa nuova prospettiva potrebbe segnare l’inizio di un cambiamento globale verso un approccio più giusto ed efficace nella gestione delle sfide legate alle droghe.