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Sono passati vent’anni dalla morte di Federico Aldrovandi, ucciso a Ferrara da quattro agenti di polizia mentre tornava a casa all’alba del 25 settembre 2005. Da allora, la sua storia ha segnato profondamente la coscienza civile del Paese. Oggi, a vent’anni di distanza, amici, attivisti e cittadine/i rilanciano la memoria di “Aldro” con un fitto programma di eventi che attraversa tutto il 2025, dentro e fuori Ferrara.

Il Comitato “Federico Aldrovandi 2005–2025” nasce proprio con questo obiettivo: non solo ricordare, ma rimettere al centro della scena pubblica il bisogno di giustizia, il controllo democratico delle forze dell’ordine, la libertà di dissenso, la resistenza alla deriva repressiva. Un percorso iniziato nel 2006 con la nascita del Comitato Verità per Aldro, poi proseguito con l’Associazione Federico Aldrovandi e oggi rinnovato da una generazione che non dimentica e che vuole a tornare a coinvolgere anche i più giovani.

La prima tappa del calendario è prevista per il 13 giugno, con un dibattito pubblico al Circolo Arci Bolognesi di Ferrara su “Ordine pubblico e giustizia sociale”. Un’occasione di confronto su repressione, diritti, convergenze e campagne comuni, con la partecipazione di avvocatə, attivistə, rappresentanti del mondo associativo e politico. «Un momento per riflettere, a vent’anni dalla morte di Federico Aldrovandi per mano della polizia – ha spiegato Andrea Boldrini, amico di Federico – su cosa sia cambiato e cosa no, nel rapporto tra Stato, forze dell’ordine e cittadinanza. Un confronto per costruire alleanze, resistenze e nuove campagne comuni. Perché la memoria non sia solo ricordo, ma leva di cambiamento».

Tra gli appuntamenti successivi, spiccano in particolare:

  • 19 luglio, Ferrara: Street Parade lungo le mura estensi in occasione del compleanno di Federico, con musica, parole e biciclette colorate, a chiudere un mese segnato anche dall’iniziativa romana di Acrobax il 17 luglio;

  • 20 settembre, Ferrara: un confronto con l’Associazione Stampa Ferrara sul ruolo dei media nel caso Aldrovandi e in generale nella narrazione delle violenze di Stato;

  • 25 settembre, anniversario dell’uccisione: proiezione del documentario “È stato morto un ragazzo” di Filippo Vendemmiati, vincitore del David di Donatello, seguita da una fiaccolata fino a via dell’Ippodromo, luogo della morte di Federico;

  • 27 settembre, Ferrara: grande concertone per Aldro, con artisti, attivisti e amici da tutta Italia, per trasformare il dolore in forza collettiva.

Come sottolineano gli organizzatori, il nuovo ciclo di mobilitazioni vuole essere uno spazio aperto e partecipato. “La morte di Federico ci ha mostrato quanto sia urgente difendere la democrazia nella quotidianità. Ci ha svegliati di fronte alla violenza del potere e alle complicità istituzionali che la nascondono o la assolvono. Per questo oggi ricordare Aldro significa anche lottare contro la repressione del dissenso, la profilazione razziale, la militarizzazione dei territori e la logica punitiva rilanciata da nuovi decreti sicurezza”.

L’invito è chiaro: costruire una memoria attiva che oltrepassi le generazioni, che non sia solo ricordo ma leva per un cambiamento possibile. Perché Federico era uno, ma come lui ce ne sono stati tanti. Perché vent’anni dopo, la sua storia continua a parlare. E non possiamo smettere di ascoltarla.