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Oggi ricorre il sesto anniversario dell’apertura di uno dei centri di detenzione più tristemente famosi del mondo, diventato il simbolo delle violazioni dei diritti umani nel contesto della “guerra al terrore”: Guantanamo Bay.

L’impegno di Amnesty International, negli ultimi cinque anni, ha ottenuto risultati importanti: in primo luogo, il rilascio di circa 500 prigionieri; ma anche le prese di posizione dei principali organismi internazionali, di leader politici, di oltre 1200 parlamentari di ogni parte del mondo e di molti governi per la chiusura del centro di detenzione. All’interno della stessa amministrazione Usa e nella campagna elettorale per le presidenziali, il tema sta acquisendo grande importanza.

Tutto questo, tuttavia, non basta: Amnesty International proseguirà la sua campagna “Chiudere Guantanamo, ora!” fino a quando il centro di detenzione non verrà chiuso e i prigionieri non verranno sottoposti a un processo regolare oppure rilasciati, per porre fine a queste e a tutte le altre detenzioni illegali nel contesto della “guerra al terrore”.

Con questi obiettivi, oggi Amnesty International organizza una manifestazione di fronte all’Ambasciata Usa di Roma, in via Veneto, con inizio alle ore 11. Hanno aderito Antigone e US Citizens for Peace and Justice. Altre iniziative si svolgeranno in altre città, tra cui Ancona, Bologna, Firenze, Foggia, Milano, Palermo e Sassari. Nel mondo, sono previste iniziative a Londra, Stoccolma, Washington, Dublino, Manila, Asunción e Manama.

Fatti e cifre su Guantanamo
Nei primi cinque anni di attività, a Guantanamo sono stati trasferiti 780 prigionieri, catturati in oltre 10 paesi diversi. Un’analisi condotta sui casi di circa 500 detenuti ha mostrato che soltanto il 5% di loro è stato preso direttamente dalle forze statunitensi; l’85% è stato catturato dalle forze dell’Alleanza del Nord in Pakistan e in Afghanistan e trasferito sotto custodia statunitense, spesso in cambio di qualche migliaio di dollari.

Alla fine del dicembre 2007, a fronte di circa 500 rilasci, 275 detenuti di 30 diverse nazionalità si trovavano ancora a Guantanamo senza accusa né processo.

Circa l’80% di questi prigionieri sono stati detenuti in isolamento nei Campi 5, 6 e nel Campo Echo. Il Campo 6, di più recente costruzione, è designato per ospitare 178 detenuti ed è l’area in cui le condizioni di detenzione sono più dure. I detenuti rimangono in isolamento per almeno 22 ore al giorno in celle individuali prive di finestre. Almeno quattro detenuti si sarebbero suicidati. Molti altri avrebbero tentato di togliersi la vita.

Soltanto uno dei detenuti di Guantanamo è stato condannato dalle commissioni militari. Nel marzo 2007 David Hicks, cittadino australiano, si è dichiarato colpevole di sostegno al terrorismo nell’ambito di un patteggiamento che prevedeva la fine della sua reclusione in custodia statunitense, già durata cinque anni, e il rientro in Australia, dove sta scontando altri nove mesi di detenzione. Nel novembre 2007, tre detenuti sono stati incriminati per essere processati dalle commissioni militari.