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Alfredo_Rocco.gifEcco lo stenografico del 17 ottobre 2012 al Senato sul disegno di legge sulla corruzione:

Mi fa piacere che sia stato ricordato un ritorno al codice Rocco, perché, vedete, esso rappresenta ancora oggi un faro di civiltà giuridica. E’ considerato in altri Paesi europei ed extraeuropei un codice tecnicamente perfetto, un codice che, una volta epurato di alcune normative che erano legate al periodo fascista, a tutt’oggi, non solo è in vigore ma viene applicato con dei risultati straordinariamente positivi. Ho allora molto rispetto del nostro codice. Il codice Rocco è adottato in tantissimi Paesi, addirittura con delle norme che ancora oggi sono all’avanguardia: pensate all’obbligo giuridico di impedire l’evento come regolamentato nel codice Rocco e come invece previsto in altri  ordinamenti europei, in modo tale da richiedere interventi terribilmente incisivi. Di questo codice sono personalmente orgogliosa, perché è stato redatto da chi, essendo un tecnico e vivendo in un  periodo estremamente negativo nella sua significatività, ha saputo mantenere la barra del timone dritta e costruire un codice valido tecnicamente, tant’è che ancora oggi, a decenni di distanza, è in vigore”.

L’avv. Paola Severino dimostra una crassa ignoranza storica. Rocco era certo un insigne giurista ma era anche un politico, esponente del movimento nazionalista, direttore della rivista “Politica”, prima del fascismo. Il codice penale che porta il suo nome rappresenta il fondamento teorico dello stato etico e della dittatura, cioè del fascismo.

Basta leggere la biografia di Mussolini di Renzo De Felice per comprendere il ruolo fondamentale nella costruzione del Regime.