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Gli esperti di un centro di ricerca britannico, che tra l’altro fornisce consulenze al governo di Tony Blair, hanno duramente criticato la strategia militare della Nato in Afghanistan. Secondo il ‘Senlis Council’, l’Alleanza Atlantica si e’ inimicata la popolazione locale con le campagne di bombardamenti aerei che, in particolar modo nelle regioni meridionali dove e’ appostata la guerriglia talebana, hanno causato decine di vittime tra i civili.

Alla vigilia dell’incontro a Downing Street tra Blair e il presidente afghano Hamid Karzai, il think tank ha ammonito la Nato anche sulle possibili e “controproducenti” conseguenze dell’imminente offensiva di primavera contro i talebani. Il segretario generale della Nato, l’olandese Jaap de Hoop Scheffer, si e’ detto fiducioso la scorsa settimana alla conferenza dei ministri della Difesa a Siviglia che “entro il 2009 ai talebani sara’ spezzata la schiena”.

Per risolvere in maniera efficace il conflitto afghano, secondo gli analisti del ‘Senlis Council’, e’ necessario puntare sulla soluzione dei nodi di ordine politico, economico e sociale che affliggono il Paese, impedendo ad ampi strati della popolazione ad uscire dallo stato di indingenza. Inoltre, affermano gli analisti britannici, e’ sbagliato anche il giro di vite contro i coltivatori di oppio: ai produttori devono essere offerti programmi per incentivarne la riconversione, ad esempio fornendo droghe legali alle societa’ farmaceutiche.