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Vorremmo assolutamente evitare qualsiasi sarcasmo sul fatto che media del peso di Repubblica e l’Espresso, nell’anno del Signore duemiladodici – cioè a oltre mezzo secolo dall’infame Convenzione di Vienna; a circa un secolo dal decollo di un proibizionismo sempre più assassino -, si siano finalmente schierati senza riserve a favore della fine della guerra alla droga, della diffusione delle politiche di riduzione del danno (“stanze del buco” comprese), della legalizzazione della cannabis, eccetera. Dopo la bordata di Roberto Saviano su l’Espresso del 6 luglio – una bordata che centrando la Santa Barbara della corazzata Carlo Giovanardi l’ha fatta esplodere come la girandola di Castel Sant’Angelo per la festa dei SS. Pietro e Paolo -, e dopo il sostegno alle sue tesi di Umberto Veronesi dalle colonne di Repubblica (8.7), l’articolo di Tommaso Cerno su L’Espresso del 13 luglio (datato 19.7) ha completato l’opera, con tutte le puntualizzazioni necessarie. Non manca, per esempio, l’inchino (si perdoni il termine) a Franco Corleone, che presentò la prima proposta di legge per la legalizzazione della cannabis nel lontano 1995, quando i già gravissimi guasti della legge Jervolino-Vassalli non erano ancora stati moltiplicati dalla bassa macelleria della Fini-Giovanardi. Né manca la menzione della mattanza penale – per dirla col titolo dell’articolo di Stefano Anastasia di Antigone, sul Manifesto dell’11 luglio – documentata nel 3° Libro Bianco sulla legge Fini-Giovanardi. Infine viene anche spiegato come la mancata legalizzazione controllata favorisca il dilagare di prodotti rischiosi, frutto di sempre più sofisticati metodi di cultura e/o di manipolazioni OGM. E quasi come ciliegina sulla torta, troviamo anche un malizioso cenno all’ammissione di Giovanardi che la cannabis può essere un rimedio benefico per le sofferenze dei malati di sclerosi multipla e di patologie oncologiche. E allora, cantiamo vittoria? Ma neanche per sogno. Diciamoci piuttosto, con le parole di un conservatore come Winston Churchill pronunciate nel novembre 1942, dopo le prime batoste di nazisti e giapponesi nella seconda guerra mondiale: “Ora questa non è la fine. Non è neanche il principio della fine. Ma è, forse, la fine del principio”.

Anonimo Romano

PS: il gruppo Repubblica-l’Espresso ha concluso la sua settimana antiproibizionista con la pubblicazione di un’intera pagina sul tema nelle pagine nazionali dei giornali locali del gruppo AGL.