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A fronte del netto rifiuto di François Hollande di aprire un dibattito sulla depenalizzazione/legalizzazione della cannabis, i deputati socialisti hanno deciso di occuparsi del problema lanciando un confronto di valutazione delle politiche pubbliche di lotta contro gli stupefacenti, regolate in Francia da una legge datata 31 dicembre 1970.
Grazie all’iniziativa di Catherine Lemorton, presidente della commissione Affari Sociali all’Assemblea nazionale, e di Jean-Jacques Urvoas, presidente della commissione legislativa, il gruppo socialista ha chiesto la creazione di una iniziativa di valutazione della “efficacia delle politiche pubbliche di lotta agli stupefacenti illegali”. Questa domanda sara’ valutata il 31 ottobre prossimo dal comitato di valutazione e controllo dell’Assemblea nazionale, presieduto da Claude Bartolone. Questo comitato valuta le politiche pubbliche che riguardano argomenti trasversali (salute pubblica, sicurezza, educazione, etc).
“Da quaranta anni, le nostre politiche pubbliche in materia non funzionano -dice Catherine Lemorton-. Abbiamo la legge piu’ repressiva d’Europa che ha dato come effetto una evidente sconfitta, patologica per la societa’. Gli ultimi dati sono preoccupanti e mostrano un aumento di consumo della cannabis, essenzialmente tra i giovani. Io non smetto di incontrare genitori e nonni disperati”.
“Oggi io prendo atto come la lotta contro questo prodotto e’ fuori tempo per le forze di polizia -dice Jean-Jacques Urvoas-. E vedo anche che i soldi generati da questi traffici alimentano altre forme di delinquenza e di traffico, molto piu’ pericolosi. L’ultimo ministro che ha tentato di evocare l’argomento, cioe’ Vincent Peillon ad ottobre del 2012, si e’ fatto subito irregimentare dal Governo”, “Si tratta di fare una fotografia, di andare a vedere nelle scuole, nel mondo del lavoro, come siamo arrivati a questo punto, senza necessariamente giungere a delle conclusioni”, precisa con prudenza Catherine Lemorton. “Bisognera’ quantomeno comprendere perche’ il voler provare la cannabis e’ un desiderio che tocca piu’ i giovani francesi che non quelli olandesi”.