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La campagna di distruzione delle coltivazioni di coca che sta promuovendo il governo del Perù con la permanente e attenta assistenza del governo Usa, ha trovato nelle ultime settimane un ostacolo più duro del previsto: la cittadina di Tocache, valle del Rio Huallaga, una delle zone di grande produzione della foglia di coca nella selva peruviana.

Cocaleros peruviano protesta contro il governoDove, come, quando. Le proteste contro le operazioni di distruzione delle piantagioni promossse da Devida, l’agenzia governativa di lotta alla droga del Perù, sono iniziate a metà del mese di marzo quando varie centinaia di agricoltori accompagnati dalle organizzazioni sindacali dei cocaleros avevano deciso di indire due giorni di mobilitazione per chiedere al governo di sospendere il processo di distruzione delle piantagioni di coca, aprire un tavolo di negoziazione per discutere proposte di coltivazioni alternative e promuovere servizi di assistenza ai produttori per favorire la riconversione. Dopo vari giorni di tensione, blocchi stradali e confronti anche violenti con la polizia, il governo e i rappresentanti dei cocaleros, tra i quali anche deputati del parlamento nazionale, sono arrivati a un accordo destinato ad assicurare una sospensione delle operazioni di distruzione dei campi durante un periodo di due settimane, per permettere l’apertura di un dialogo tra le parti. Pur essendo scaduto proprio in questi giorni il termine della sospensione, le posizioni appaiono ancora estremamente distanti e non risulta siano stati compiuti passi rilevanti verso la soluzione, fosse anche solo parziale, del problema. Il rischio è quindi che le tensioni torneranno quanto prima. Considerando che si stimano in oltre 60.000 i produttori di foglia di coca in Perù è infatti probabile che, come già avvenuto in passato, senza il raggiungimento di un accordo condiviso tra governo e cocaleros, nelle prossime settimane assisteremo a nuove manifestazioni di protesta in località, come Tocache, dove un numero rilevante di piccoli agricoltori vivono grazie alla produzione della foglia sacra degli Inca, che il Governo, o chi per lui, pretende di estirpare.

Cocalera peruviana protesta contro il governoIl segreto di pulcinella. Al di là dei recenti avvenimenti di Tocache, è un dato di fatto che il problema della produzione di foglie di coca nei paesi dell’area andina è da tempo estremamente complesso e delicato. Si tratta di coltivazioni profondamente inserite nelle tradizioni culturali delle popolazioni della regione che, in termini economici, permettono ai piccoli agricoltori un investimento molto basso per la semina e preparazione dei terreni a fronte di una redditività per area coltivata che non ha pari, sino ad oggi, con altre coltivazioni alternative e pari condizioni di lavoro. D’altra parte però, ed è un dato riconosciuto da tutti, oltre il 90% della produzione attuale della foglia di coca è destinato a produrre cocaina. La forte disponibilità di questa droga non provoca solo conseguenze ai consumatori dei paesi ricchi, ma sta provocando conseguenze sociali gravi in misura sempre maggiore agli stessi paesi produttori, soprattutto a livello di popolazione giovanile, attraverso un forte aumento dei consumatori della forma più a basso prezzo del prodotto, la c.d. pasta base di cocaina.

Cocaleros in marcia fra le piantagioni di cocaEffetto Colombia. Il Perù è il secondo produttore di foglie di coca al mondo dopo la Colombia e prima della Bolivia. Questa posizione si sta ulteriormente rafforzando negli ultimi anni come conseguenza di un aumento della distruzione delle piantagioni colombiane promossa attraverso il Plan Colombia appoggiato ad oltranza dal presidente Uribe. Per compensare la diminuzione della produzione del vicino paese, negli ultimi anni si è assistito, in Perù, a un sensibile aumento sia degli ettari coltivati a coca, passati dai 43.000 dell’anno 2000 ai 48.000 del 2006, sia della produzione potenziale di cocaina, passata dalle 141 tonnellate del 2000 alle attuali circa 200. A differenza che in altri paesi della regione, l’importanza del settore è riconosciuta dallo Stato peruviano che sin dal 1982 ha creato Enaco (Empresa Nacional de la Coca) che è un’azienda pubblica incaricata di comprare legalmente la foglia di coca destinandola a usi medicinali, alimentari e industriali. Chiaramente Enaco è in condizione di comprare solo una parte minima della produzione attuale (circa 3.000 tonnellate allanno) rispetto alle 109.000 tonnellate di foglie di coca prodotte secondo stime ufficiali durante lanno 2006 nel paese.