Tempo di lettura: < 1 minuto

In Messico un narcotrafficante su tre ha un passato nell’esercito, secondo il quotidiano ‘El Universal’ che cita dati del ministro della Difesa Guillermo Galvan. Nel corso di un incontro privato con deputati di sinistra il ministro, stando al quotidiano, ha affermato che ogni anno circa 20 mila uomini abbandonano le Forze armate e che un terzo delle 500 mila persone coinvolte nel traffico di droga un tempo vestiva la divisa.
La presenza di ex militari nei cartelli dei narcos e’ nota da anni in Messico, anche se finora non esistevano cifre ufficiali precise. Negli anni Novanta, per esempio, a disertare furono gli uomini di un nucleo di elite dell’Esercito messicano; diedero vita al gruppo ‘Los Zetas’ che nacque come braccio armato del Cartello del Golfo e che continua ad operare come pericolosa banda indipendente del crimine organizzato.

FBI, CARTELLI MESSICANI ALLARGANO RAGGIO AZIONE – I cartelli messicani della droga stanno allargando il loro raggio d’azione: la conferma arriva dall’Fbi, che segnala i crescenti contatti in particolare con bande criminali in El Salvador, Guatemala e in altri paesi dell’America Centrale, oltre che negli Stati Uniti.
Il tema dei nuovi contatti ‘internazionali’ delle organizzazioni messicane figura nell’agenda del direttore dell’Fbi, Robert Mueller, che ieri ha incontrato a Citta’ del Messico i principali responsabili nazionali della lotta al narcotraffico, da qualche tempo l’emergenza numero uno del paese.
A preoccupare Washington sono per esempio i crescenti contatti esistenti tra i principali narcotrafficanti messicani, oltre che colombiani, e le cosidette ‘maras’, le bande giovanili molto diffuse in Centroamerica.

‘Alcuni di questi gruppi hanno contatti costanti con il crimine organizzato del Messico’, ha sottolineato Mueller.